Cultura

“Piccoli comuni incontrano la cultura”, si comincia a Casperia

I piccoli comuni incontrano la cultura: musica, teatro, cinema e chi più ne ha più ne metta: per loro nasce il progetto “Piccoli comuni incontrano la cultura” della Regione Lazio realizzato dall’Associazione teatrale fra i comuni del Lazio in collaborazione con LazioCrea

I piccoli comuni incontrano la cultura: musica, teatro, cinema e chi più ne ha più ne metta. Per loro nasce il progetto “Piccoli comuni incontrano la cultura” della Regione Lazio realizzato dall’Associazione teatrale fra i comuni del Lazio in collaborazione con LazioCrea, per il quale si sono sviluppate tante importanti collaborazioni: Teatro di Roma, Conservatorio di Santa Cecilia, Roma Lazio Film Commission, progetti speciali “Arte bellezza cultura” della Regione Lazio ma soprattutto tutte le amministrazioni locali.

Il progetto è dedicato a quarantasette piccoli comuni del Lazio, patrimonio culturale e memoria storica delle nostre tradizioni. Dal 28 settembre al 30 novembre, il territorio sarà attraversato da concerti, spettacoli, attività per bambini, danza, incontri per un totale di 25 compagnie, 110 tra attori e tecnici, 20 tra studiosi e scrittori: un caleidoscopico calendario di eventi che disegnerà un itinerario “fantastico” di riscoperta del piccolo/grande territorio.

L’appuntamento più vicino, nel tempo e nello spazio, è venerdì 8 novembre a Casperia, dove alle 21 nel Teatro comunale “Ignazio Gennari” va in scena “Non domandarmi di me, Marta mia” di Katia Ippaso, per la regia di Arturo Armone Caruso, con Elena Arvigo sul palco. Lo spettacolo è incentrato sul rapporto tra Luigi Pirandello e Marta Abba. L’attrice porta con sé le lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche quelle che lei aveva indirizzato al suo maestro; le sparge sul letto e sul pavimento, vi si immerge, e rievoca così la loro storia, la storia di un rapporto elettivo, agli altri segreto e in una qualche forma incomprensibile, “un fatto d’esistenza”, annotava Pirandello in una lettera del 1929.