A due settimane dal Meeting dei Giovani sorge spontanea la domanda: perché impegnarsi in questa tre giorni di Greccio?
Per prima cosa c’è da dire che noi giovani ce lo siamo praticamente chiesti da soli! Da sempre invochiamo la possibilità di esprimere in un contesto paritario e dal basso le nostre idee. L’occasione è questa. Il metodo “non verticale”, senza imposizioni dall’alto, del meeting rispecchia l’esigenza di poter contare davvero e adesso. Prima cioè di aver raggiunto, magari in tarda età, una posizione di potere.
Secondo: è un evento nostro e di tutti. Tutto del Meeting parla di Rieti e contemporaneamente parla del mondo.
San Francesco innanzitutto. In uno dei santuari della Valle Santa si svolge un incontro aperto a tutti e all’insegna dell’enciclica Laudato si’.
Il tema ambientale, di conseguenza. Dopo la conferenza di Parigi è chiara l’attualità dell’argomento. A Rieti d’altronde l’ambiente è un fattore fondamentale, pensiamo ad esempio all’agricoltura o all’acqua.
I giovani poi. Il nostro è un territorio con la nuova generazione che non riesce ad esprimersi, senza lavoro e dal futuro poco chiaro. Anche nel resto d’Italia la disoccupazione giovanile è alta da molti anni.
Terzo motivo: divertirsi! Nella seconda delle sue Lectio per i giovani, mons. Pompili ha sottolineato «la fatica di fare festa» e la necessità di condividere la gioia per sperimentarla. Questa è proprio la logica del Meeting. L’io in armonia col “noi”, #me/we per l’appunto. Quindi io mi diverto se noi ci divertiamo. Tre giorni di incontro e incontri permetteranno di esplorare fino in fondo le possibilità di questo modello di partecipazione.
E allora la risposta alla domanda iniziale è che impegnarsi permette di appartenere ed esprimersi. Appartenere a qualcosa di personale e universale per esprimere se stessi e le proprie idee. In sintesi: appartenere per esprimersi.