Giugno Antoniano Reatino 2022

Memoria storica e nuove leve per le infiorate di Sant’Antonio

Tecniche diverse con un intento comune: salutare il santo con meravigliosi tappeti colorati

Memoria storica e nuove leve unite per le infiorate. In ogni quartiere che ospiterà la Processione dei Ceri, infatti, sono in opera i lavori per adornare le strade e salutare il santo secondo la tradizione. «Quest’anno abbiamo anticipato l’ora di inizio dei lavori per via delle modifiche del tragitto della processione», racconta la signora Roberta che già dalle prime ore del mattino, è alle prese con le decorazioni in via Porta Romana. Con lei, un gruppo di ragazzi che fin dall’adolescenza ha aiutato i genitori nell’allestimento dei quadri floreali e che, oggi, continua a perpetrare il costume. «È faticoso, soprattutto perché più tardi andrò in processione con il cero, ma porto avanti questa tradizione con enorme piacere. Mia madre, infatti, ha il negozio poco più avanti, questa è la sua zona e io lo faccio con il cuore» ammette il giovane Nicolas, mentre ultima le sfumature viola del fiore che sta realizzando con il sale grosso colorato con la tecnica dell’ossido.

Se sono diversi i materiali usati, dai fondi del caffè alla polenta gialla, dalla segatura a i fiori, l’intento rimane comune: salutare il santo con dei meravigliosi tappeti colorati. E per farlo, le famiglie hanno chiamato a raccolta tutti i parenti, anche quelli che vivono stabilmente in altre città, riunendosi così per l’occasione. «Devi calcare di più il gesso, altrimenti poi il disegno non si vede» dice una zia al nipote che, per la prima volta, a Porta Conca, si è cimentato nell’opera delle infiorate.

«Non rubare i pennelli. Passami il colore rosso»: un turbinio di persone e di voci si susseguono tra via Nuova e via Garibaldi, dove trionfa la presenza di bambini. Mentre i giovani sono intenti a disegnare per strada, dentro la chiesa di Sant’Eusanio una schiera di instancabili signore è intenta a preparare i fiori che verranno poi utilizzati.

«Da 22 anni a Porta d’Arce usiamo solo fiori, sia freschi che secchi, o frullati in polvere» racconta la signora Sonia, che ha di fianco suo nipote, colui che tramanderà le tecniche alle generazioni future.