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Medio Oriente: Palestinesi in piazza contro il “piano Trump”

In attesa del discorso di Abu Mazen alle Nazioni Unite, a migliaia manifestano in Cisgiordania e Gaza. La riflessione di Janiki Cingoli direttore del Centro italiano per la pace in Medio Oriente: il piano presenta criticità e la comunità internazionale è divisa

Migliaia di palestinesi si sono riuniti oggi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza per manifestare contro il piano di pace proposto dall’amministrazione Trump e sostenere il leader palestinese Abu Mazen, che nelle prossime ore parlerà alle Nazioni Unite per proporre una riforma al piano. L’obiettivo è quello di ampliare il sostegno internazionale, dopo il ritiro all’Onu della risoluzione di condanna del piano americano proposta da Indonesia e Tunisia.

I Paesi arabi divisi sul piano

La comunità internazionale finora ha reagito in maniera abbastanza difforme, spiega a Vatican News Janiki Cingoli, direttore del Centro italiano per la pace in Medio oriente. “C’è stato un duro comunicato dell’inviato speciale dell’Unione europea per il Medio oriente, mentre tra gli Stati arabi, l’Egitto e l’Arabia Saudita, hanno emesso comunicati giudicando il piano come un punto d’inizio per un possibile negoziato”, spiega Cingoli. “Oman, Bahrain, e Emirati Arabi Uniti invece erano presenti con loro rappresentanti alla presentazione del piano mentre più critica è stata la Giordania che teme l’annessione della valle del Giordano e inoltre è sensibile alla questione dei luoghi Santi”.

Il nodo dei luoghi sacri

Il futuro della Spianata delle moschee, insieme all’annessione ad Israele degli insediamenti ebraici, è infatti uno dei punti più controversi della proposta statunitense. “Il piano Trump dice che sui luoghi Santi sarà conservato lo status quo”, spiega ancora Cingoli, “però poi contemporaneamente prevede che tutte le religioni possano pregare sulla Spianata delle moschee e questo varia lo status quo perché fino adesso agli ebrei era permesso accedere in quanto visitatori, ma non pregare. Quindi questa è una variazione sostanziale dello status quo che può provocare gravi incidenti”.

La sorte degli arabi cittadini israeliani

Un altro punto che fa discutere per Cingoli è quello sul destino del cosiddetto “Triangolo di Galilea”, abitato da 200 mila arabo-palestinesi, cittadini di Israele. ”Il piano prevede la possibilità di cedere il cosiddetto “Triangolo” e quindi praticamente prevede la possibilità, se le parti sono d’accordo, di cedere territori e cittadini che sono cittadini israeliani a pieno titolo ed è una cosa quanto mai discutibile che infatti ha suscitato la reazione dei rappresentanti anche parlamentari di questi abitanti.”

Netanyahu condanna l’aggressione a una moschea

Ad un mese dalle elezioni in Israele il piano ha avuto un riscontro positivo pressoché unanime, con l’eccezione dei partiti di sinistra, che contano circa il 6% dell’elettorato e di estrema destra, che negano del tutto il diritto all’esistenza di uno Stato palestinese. Ignoti hanno vandalizzato una moschea e 170 automobili in un villaggio arabo in Israele. Netanyahu ha condannato l’aggressione. “Troveremo quanti hanno infranto la legge e li processeremo”, ha affermato, “non siamo affatto disposti ad accettare attacchi di alcun tipo contro i cittadini del nostro Paese”.

Da Vatican News