Venerdì Santo

Mater Dolorosa: la Passione rivive nel Venerdì Santo di Contigliano

Tornata agli “antichi splendori” dopo le restrizioni della pandemia, la tradizione del Venerdì Santo a Contigliano ha ripreso a coinvolgere un’intera comunità nel ripercorrere il dramma della Passione

Nel novero delle tradizioni religiose del Venerdì Santo del territorio reatino, quella di Contigliano rimane la più particolare. Ormai definitivamente tornata agli “antichi splendori” dopo le restrizioni della pandemia, ha ripreso a coinvolgere un’intera comunità nel ripercorrere il dramma della Passione, lanciando una riflessione che lega la “lezione” evangelica all’attualità: questo il senso della sacra rappresentazione che, da sempre, segue la processione del Cristo Morto, per concludersi con la scena della Crocifissione ricreata dagli attori nella balconata sotto la Collegiata. Non semplice rievocazione dei momenti che hanno contrassegnato l’arresto, la condanna, il supplizio del Golgota fino alla morte del Messia crocifisso, ma rilettura di quei momenti ogni volta con un taglio meditativo diverso. Questo lo stile impresso nei lunghi anni trascorsi alla guida della comunità contiglianese da don Ercole La Pietra ed ereditato dal nuovo parroco don Roberto D’Ammando, che per il secondo anno si è trovato a vivere la Settimana Santa a Contigliano sostenendo il Gruppo parrocchiale del Venerdì Santo nel dare vita alla serata ricca di fascino e spiritualità.

Muovendo dalla cripta della Collegiata, si è snodata la processione, nella duplice veste del corteo storico con i figuranti in costume prima e della parte religiosa poi, conducendo le statue del Cristo Morto e della Madre Addolorata con la banda (quella di Lisciano), la confraternita, i fedeli con i flambeaux, i chierichetti che sorreggevano i simboli della Passione, il sacerdote con la reliquia della Croce, tra inni e preghiere.

Poi, giunti in piazza Sant’Antonio, introdotto da don Roberto è andato in scena il dramma sacro, intitolato quest’anno Mater Dolorosa. Nel testo – anche stavolta scritto da Claudio Fallavolita – era infatti al centro la figura di Maria, rievocando, in parti dialogate e in parti cantate, la difficile ricerca interiore della donna di Nazaret partendo dal momento del suo trovarsi promessa sposa di Giuseppe e in attesa di un figlio venuto dall’eterno, per poi seguirlo a Gerusalemme. La rilettura dei momenti della Passione, le considerazioni di Maria e delle altre donne, le sottolineature del narratore… tutto portava a una riflessione sui tanti drammi vissuti dalle donne ieri e oggi. Quelli che Maria, straziata ai piedi della croce (con la scena finale che la vede al Calvario), ha voluto rappresentare in questa edizione 2023 dell’apprezzata manifestazione contiglianese.