Lo iodio: a tavola come al mare

Molte persone, soprattutto quelle interessate da problemi di vario genere alla tiroide, sapranno di certo che lo iodio ha effetti benefici sull’organismo, tanto che soggiorni al mare per persone con tali problematiche vengono considerati delle vere e proprie terapie.

Va detto, però, che nulla può sostituire una dieta adeguata, mirata all’ introduzione nell’organismo del giusto apporto di iodio alimentare. Il mare e l’inalazione naturale dello iodio fanno senz’altro bene, così come le passeggiate in riva al mare possono contribuire alla cura di malattie dell’apparato respiratorio quali bronchiti e sinusiti. Va ricordato, però, che lo iodio è un elemento volatile, parzialmente solubile in acqua e, come tale, evapora. Infatti, anche per coloro che vivono e lavorano nelle zone di mare, la quantità di iodio assorbita dall’organismo deve comunque essere integrata con il cibo.

Lo iodio viene regolarmente captato e rimesso in circolo da alcuni organi, quali la ghiandola tiroidea, di cui, il 60-70% dei suoi ormoni, tiroxina T4 e triodotironina T3, sono costituiti da iodio, la mucosa gastrica, le ghiandole mammarie e salivari, che hanno la funzione di veri e propri depuratori. L’organismo, per poter funzionare bene, ha bisogno di assumere una certa quantità di iodio alimentare, circa 200 microgrammi al giorno, pari alla quantità che quotidianamente eliminiamo con le urine. L’apporto principale si ha con l’acqua, con gli elementi addizionati di iodio, come il sale e con l’assunzione di alimenti che lo contengono: ottimi sono pesci come orate, branzini, saraghi, mitili, ottimi filtratori dell’acqua di mare, crostacei e molluschi. I pesci dei mari del nord, come la platessa, ne sono tra i più ricchi in assoluto.

La carenza di iodio, con la conseguente ipofunzione tiroidea, è una delle patologie reversibili più comuni nel mondo che, se non curata, può degenerare nell’ingrossamento del volume ghiandolare tiroideo, gozzo, e soprattutto nel deficit di sviluppo psico-fisico del bambino: il cosiddetto cretinismo da carenza iodica è una forma di deficienza intellettiva largamente diffusa specie nei paesi con scarsa sorveglianza medico-sanitaria. Una dieta ricca di pesce, sommata, quando possibile, all’antico rimedio delle nonne, lunghe passeggiate in riva al mare, in questi casi è la miglior medicina.