L’ultima tornata elettorale ha evidenziato una questione molto più sociologica che politica: in molte piccole amministrazioni comunali – soprattutto in montagna – si è presentata una sola lista. E sono ormai tanti i sindaci che collezionano mandati su mandati, semplicemente perché viene chiesto loro un supplemento d’impegno per un compito che ha moltissimi oneri e pochi onori. E non trova ricambio generazionale.
Già: la questione ha molti punti in comune con la flessione demografica che investe l’Italia intera, ma soprattutto centri, borgate, paesi, frazioni, contrade sparse tra gli Appennini, su Prealpi e Alpi ma anche nella Bassa Padana e in diversi altri territori (si pensi alla Sardegna o al Molise). I giovani scappano, le famiglie si spostano, a rimanere sono solo gli anziani in agglomerati di case sempre più abbandonate a se stesse, private di asili, scuole, trasporto pubblico, servizi medici, negozi e altro ancora.
Poi leggiamo sui media nazionali di sindaci che offrono urbi et orbi il patrimonio edilizio locale a un euro simbolico, basta che qualcuno si prenda la briga di ristrutturare e soprattutto abitare lì. Ma lo spopolamento dei territori e il progressivo inurbamento della popolazione (fenomeno a livello mondiale) trasformerà radicalmente una struttura sociale che, nel caso italiano, prevedeva molti campanili e altrettante comunità.
Fenomeno irreversibile? Da tempo i territori chiedono più attenzione e pure più fondi, perché se addirittura la manutenzione ordinaria delle strade zoppica, è chiaro che il destino appare irrimediabilmente segnato. Si potrebbe ragionare su una fiscalità di favore per le famiglie (realmente) residenti in questi borghi, ma non sembra che il problema sia in cima all’agenda dei nostri leader politici, se ancor oggi non hanno capito che l’inverno demografico non è una stagione, ma una tragedia collettiva.
Tornando alle recenti elezioni, lo sforzo è stato soprattutto quello di convincere metà della popolazione a recarsi alle urne per evitare il commissariamento prefettizio, cioè l’ordinarissima amministrazione gestita da lontano. Ma è meglio che le prefetture si adeguino rapidamente: tra una decina d’anni, o scompariranno almeno 3mila dei 7.914 Comuni italiani, o il mestiere di commissario prefettizio conoscerà un vero boom.