Coronavirus

L’Iran sfida la pandemia e le sanzioni

Il Paese ha superato i 20mila contagi ed è tra i più colpiti al mondo dal Covid-19, anche per il numero di vittime. La situazione per Teheran è ancora più difficile a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e si moltiplicano gli appelli affinché vengano sospese o diminuite, mentre Khamenei rifiuta gli aiuti di Washington

Se ne parla poco, eppure è tra i cinque Paesi al mondo più colpiti dalla pandemia insieme a Cina, Italia, Spagna e Stati Uniti. L’Iran conta più di 20mila casi di Covid-19 e, stando alle ultime cifre ufficiali, quasi 1700 morti. Un numero destinato inevitabilmente a crescere con il passare dei giorni, che lo rende di gran lunga lo Stato più colpito in Medio Oriente dalla pandemia. Numeri impressionanti se paragonati a quelli dei Paesi vicini, ma che sono noti ormai da tempo. Nonostante questo, le sanzioni americane restano in vigore e se ne sono aggiunte delle nuove la scorsa settimana, esattamente a partire da martedì 17 marzo.

Gli appelli della comunità internazionale

Non solo la Cina, ma anche Russia e Pakistan. Si moltiplicano gli appelli affinché Washington blocchi o riduca le sanzioni durante la pandemia di Covid-19. Pechino ha sottolineato come esse siano “contrarie allo spirito umanitario e di ostacolo agli aiuti internazionali”, mentre la Russia ha puntato il dito contro il tentativo di far prevalere ragioni geopolitiche ad emergenze sanitarie, qual è quella che l’Iran sta vivendo in questi giorni. Da ultimo anche il Pakistan ha fatto sentire la sua voce a sostegno della pronta rimozione delle sanzioni. Ed oggi il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha affermato che “il popolo iraniano apprezza la crescente campagna globale di leader di governi e della società civile che chiedono la revoca delle sanzioni imposte illegalmente dagli Stati Uniti” contro l’Iran. “Gli Stati Uniti non ascoltano, ostacolando la battaglia globale contro la Covid-19 – incalza Zarif – e l’unico rimedio è sfidare le punizioni di massa degli Usa. Questo è un imperativo sia morale che pratico”. Sempre oggi Il capo di Stato Maggiore delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Baqeri, ha ringraziato la Cina per gli aiuti medici ricevuti per fronteggiare l’emergenza.

“Doveroso rimuovere le sanzioni”

“Occorre un fronte comune dinanzi alla pandemia, non certo far prevalere ragioni di parte ed è per questo che è doveroso fermare le sanzioni verso Teheran”. Lo afferma nell’intervista a VaticanNews Andrea Plebani, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed esperto di Medio Oriente. Secondo Plebani la situazione potrebbe diventare catastrofica se i numeri dovessero aumentare, “anche se – sottolinea – quelli che abbiamo sono probabilmente inferiori ai contagi reali”. Il settore sanitario non è sottoposto alle sanzioni, ma l’Iran non può più accedere ai mercati finanziari e dunque non riesce a rifornirsi di materiale medico dall’estero, oltre a subire un embargo petrolifero che lo priva della sua principale risorsa economica. Tutto ciò dimostra come in questo momento sia necessario rimuovere le sanzioni.

Il no agli aiuti

C’è però un fatto che può apparire paradossale, come evidenzia Plebani nell’intervista. La suprema guida religiosa iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha rifiutato infatti la scorsa settimana l’offerta di aiuto da parte degli Usa nella lotta al coronavirus, ricordando come Washington sia il più acerrimo nemico di Teheran e dubitando di potersi fidare del suo sostegno. In un discorso trasmesso in tv – come riporta la Bbc – Khamenei avrebbe fatto riferimento ad una teoria del complotto, puntando il dito contro gli Stati Uniti. “Simili affermazioni mostrano – sottolinea Plebani – come la posizione iraniana non sia però univoca dinanzi ad un’emergenza di questo tipo”. La Casa Bianca, dal canto suo, ha ribadito in queste ore la disponibilità ad aiutare l’Iran.

Da Vatican News