A Leonessa l’incontro dei frati cappuccini di tutta Italia per discutere di identità e vita consacrata

Sono iniziati nella mattina di martedì 23 i lavori della XVI Convocazione Fraterna Nazionale dei Frati Cappuccini che quest’anno si svolge a Leonessa dal 22 al 27 agosto.

Nella prima giornata i frati sono stati accolti e hanno assistito alla messa presieduta da mons. Domenico Pompili. Il vescovo di Rieti nell’omelia ha invitato i frati a non cadere nella tentazione del fariseismo e a ricordare la loro identità di fratelli del popolo, invitandoli ad andare là dove nessuno vuole andare cioè, come ricorda papa Francesco, nelle periferie. Il tema di questa 17° Convocazione è Identità e Vita Consacrata e il motto che la guiderà è ripreso dal vangelo di Matteo Uno solo è il Padre vostro e voi siete tutti fratelli.

La prima conferenza, dal tema La vita consacrata nella Chiesa, è stata guidata da padre Luigi Gaetani, presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (Cism), che ha inizialmente ricordato l’attenzione di Papa Francesco per la vita consacrata che «sveglia il mondo». «La riforma riguarda rifondazione della vita consacrata come esperienza di Dio», questo è il principio cardine della prima parte della relazione. Un’esperienza «intima» che padre Luigi descrive rifacendosi alla lezione David Maria Turoldo: «non possessori di Dio ma cercatori», e San Giovanni della Croce quando parla della «musica cessata».

Nella seconda parte Padre Gaetani si concentra sulla figura dei «fratelli religiosi», sull’essere frati senza alcun complesso o pregiudizio d’inferiorità. «Nessuno si senta inferiore, figlio di un Dio minore» ammonisce fin da subito ricordando che «l’umanesimo cristiano è espresso attraverso l’umanità di tanti fratelli». Il «fratello religioso» ha infatti «il tratto della fraternità, riflette il volto di Cristo fratello» e lo fa attraverso tre percorsi: ricevere, condividere, offrire. Il primo dà l’esperienza del dono di Dio perché «chi si è sentito amato impara ad essere amabile». Il secondo racconta l’aspetto relazionale della vocazione, che può anche essere spontaneo, ma soprattutto è coltivato con la dimensione spirituale, mistica e teologale. Il fratello religioso, «non è incolto: perché coltiva se stesso, ha cura di sé, ha posto armonia dentro di sé». Il terzo indica l’«identità come missione» perché contribuire a costruire il Regno mediante orazione, servizio e testimonianza è il segno di una «ministerialità altra».

Padre Luigi ha concluso la conferenza con un riferimento alla Madonna: «Il fratello vive come Maria che canta la grandezza di Dio». Mercoledì 24 si terrà la seconda relazione guidata da frate Ippolito Fortino, sul tema L’identità e la vita consacrata del frate cappuccino. Venerdì 26 sarà presente il Vicario generale Stefan Kozuh che risponderà alle domande dei frati sui temi trattati nelle giornate precedenti.