Le campane dei guerriglieri

Papa Luciani, in una lettera a Don Gonzalo Fernandez de Cordoba in cui parlava dei giovani, metteva in evidenza un fatto: spesso i giovani sposano posizioni estreme. Accade nella politica, nella società ed anche sotto il punto di vista religioso.

Spesso però, oltre ad essere a volte strumentalizzati, loro ira, la loro ferocia, come in alcune manifestazioni di ieri, nasce dal fatto di sentirsi abbandonati da tutti e, forse, reclamano una loro dignità.

Forse quei giovani che a Rieti gridavano contro la Chiesa si sentono delusi da una falsa democrazia che ormai è un rudere, da una finanza che ha sostituto la politica, da una politica fatta di affari e non di progetti per il bene comune, da una “comunità” che è diventata egoista ed egocentrica. E per fuggire la delusione hanno provato ad impersonare i guerriglieri.

Forse però questi giovani dovrebbero ricordarsi di un Cristo rivoluzionario: quello che scacciò i mercanti dal tempio.

Oggi chi scaccerà i nuovi mercanti, che non occupano i templi, ma ben altri luoghi?

Cattolici e laici, dovremmo prendere atto di questa situazione fatta di mancanza di futuro per questi nostri giovani e dovremmo cercare di costruire qualcosa di nuovo su queste macerie.

I cortei, le fiaccolate che oggi vanno di moda servono solo a ricordare qualcosa in quel momento in cui vengono fatte, ma non a costruire qualcosa di nuovo.

La gente, i giovani, noi popolo comune abbiamo urgente bisogno di sostituire queste proteste sterili in qualcosa che la gente possa riconoscere come sua, come migliorare lo stile di vita, come riacquistare il sapore della libertà e della legalità.