Largo San Giorgio, il “Tam Tam” e il nodo irrisolto

Non si può dire che il “Tam Tam” per largo San Giorgio sia stato un “flop”, ma forse – anche considerata la polemica tra “anime belle” e “anime perdute” che ha preceduto l’iniziativa – ci si aspettava una partecipazione maggiore.

Può darsi – e lo si è detto – che Rieti, addormentata com’è, ci metta un po’ per rispondere agli stimoli. Può darsi – in alternativa – che l’interesse dei tanti sul destino della piazzetta non riesca ad andare oltre qualche “mi piace” su Facebook.

In ogni caso non sembrano essersi generati quegli inneschi creativi e sociali che i promotori si figuravano, anche se – va sottolineato – un centinaio di persone alle 21,30 del lunedì e nel bel mezzo di un ponte festivo non sono proprio da buttar via.

Specie per una iniziativa «né di destra, né di sinistra», nata sull’onda di «un entusiasmo spontaneo e disinteressato», non per forzare la mano alla Magistratura (pur chiedendo a chi di dovere «di fare presto» perché «il tempo delle risposte è giunto»), ma per richiamare l’attenzione su un luogo simbolo, un luogo «magico», un luogo… «quadridimensionale»!

«Se l’evento l’avessero organizzato all’ora dell’aperitivo aggiungendo a tamburi, capoeira e versi in libertà qualche stuzzichino avrebbero fatto la piazza piena» mi rassicura un amico malizioso. Ma quanto a questo non c’è da disperare: il Tam Tam inizia con Largo S. Giorgio, «largo pubblico riqualificato recentemente, pedonale e ottimo per bambini», ma già si parla di renderlo itinerante «per tutti i punti non bene utilizzati della città». Dunque ci sarà tempo e modo per sperimentare.

Nel frattempo la piazzetta sembra destinata a restare una sorta di nodo irrisolto, quasi punto interrogativo su diverse visioni della città, sul ruolo della fondazione bancaria, sul senso della legalità e dell’opportunità, su cosa vogliano dire oggi le parole “pubblico” e “privato”.