Parrocchie

L’acqua fonte di vita e il cammino come ricerca: l’esperienza della parrocchia di Vazia

Il cammino, la ricerca e l'uscita da sè: questi ed altri spunti sono stati il tema del pellegrinaggio annuale a piedi al santuario di San Felice all’Acqua della comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Vazia. Con una bella e ulteriore gioia da vivere insieme

Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza parlerà con intelligenza. Chi ha viaggiato ha accresciuto l’accortezza. Ho visto molte cose nei miei viaggi; il mio sapere è più che le mie parole (Sir 34,9-11).

Così proclama Gesù ben Sirach nel libro del Siracide riflettendo sulla profondità del significato della vita umana e del senso vero del saper vivere. Allora, se viaggiando si conoscono molte cose e si cresce nell’accortezza, si rafforza sempre più la coscienza di abitare il mondo, di edificare la pacatezza del cuore, la quiete dell’anima.

Per questo un certo viaggiare raffina la percezione di sé ed evidenzia la condizione umana, quella di essere un homo viator, un uomo-in-ricerca per essenza e per esistenza, un pellegrino non più solitario ma in compagnia. Tale condizione è la specificità dell’uomo proteso al sé e all’altro di cui avverte l’inellutabilità e la necessità. La comunità cristiana fin dagli albori ha considerato sé stessa una comunità in cammino: il pellegrinaggio è camminare verso la vita in quanto consapevolezza della propria incapacità radicale, del limite che impedisce di far-da-sé.

E la ricerca è sempre fruttuosa, “pensate al Signore con bontà d’animo e cercatelo con cuore semplice, Egli si fa trovare da quelli che non lo mettono alla prova” (Sap 1, 1b-2a) è l’esperienza umana narrata nell’incipit del libro della Sapienza.

Tale riflessione è stata il tema del pellegrinaggio annuale a piedi al santuario di San Felice all’Acqua della comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Vazia.

Come le incombenze meteorologiche che hanno obbligato all’uso delle automobili per raggiungere la destinazione, la riflessione proposta dallo studioso di spiritualità orientale, don Michele Spacek, prete diocesano del clero della diocesi di Brno in Repubblica Ceca e discepolo di cardinal Tommaso Spidlik s.j., ha smosso gli animi permettendo un uscita da sé, una migrazione verso il centro della vita cristiana.

Tale evidenza si è ulteriormente manifestata nella celebrazione del Battesimo del piccolo Antonio Felice, battezzato nel santuario feliciano proprio alla fonte dell’acqua fatta scaturire dal santo di Cantalice.

Dalla fonte l’acqua in un vorticoso andare si riversa nel mare, meta ultima del suo percorso che la va ad inglobare. Questa è la metafora della vita ecclesiale e il neofita Antonio in essa è stato incorporato sacramentalmente quale membra viva di un’unica realtà in cammino verso l’immenso cuore di Cristo.