Polizia di Stato

La Polizia di Stato commemora il sacrificio di Giovanni Palatucci

Oggi ricorre l’anniversario della morte dell’ex Questore di Fiume, Giovanni Palatucci, che si spense nel campo di Dachau il 10 febbraio 1945, pochi mesi prima della liberazione dell’Europa dal nazifascismo

Oggi ricorre l’anniversario della morte dell’ex Questore di Fiume, Giovanni Palatucci, che si spense nel campo di Dachau il 10 febbraio 1945, pochi mesi prima della liberazione dell’Europa dal nazifascismo.

Il Questore di Rieti, Maria Luisa Di Lorenzo, per ricordarne la memoria, ha realizzato un video che ripercorre la vita del poliziotto eroe dell’Olocausto, “Giusto tra le Nazioni”, massima onorificenza concessa dallo Stato di Israele.

Il video, d’intesa con il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, è stato inviato a tutte le scuole superiori nella Provincia di Rieti per far conoscere la figura di Palatucci, anche medaglia d’oro al merito civile, che ha dato la sua vita per salvare dal genocidio 5000 ebrei stranieri e italiani.

Giovane vice commissario di Polizia, Giovanni Palatucci arriva nel 1937 alla Questura di Fiume e viene assegnato all’Ufficio Stranieri diventando successivamente Questore reggente.

Dal 1938 (anno della promulgazione delle leggi razziali in Italia) al settembre 1944 (l’inizio della fase finale della seconda guerra mondiale) è riuscito letteralmente a far “sparire” da sotto il naso della Gestapo, che imperversava anche a Fiume, almeno 5000 ebrei, sia italiani dalmati e della Venezia Giulia, sia stranieri giunti nei porti del Quarnaro in fuga dagli altri paesi della Mitteleuropa occupati dai nazisti.

Per il ruolo ricoperto, finisce col trovarsi “in prima linea” nella sistematica opera di cattura e deportazione degli ebrei, messa in atto in attuazione della famigerata “soluzione finale” voluta da Hitler, che portò al genocidio di un popolo.

Funzionario dell’Ufficio stranieri prima e Questore Reggente poi , vanifica a lungo le procedure burocratiche necessarie ai nazisti per identificare e arrestare i ricercati, insabbiandole, e dà ordine all’anagrafe di Fiume di avvertirlo preventivamente delle richieste avanzate dai tedeschi: appena viene a sapere che qualcuno è finito nel loro mirino, subito si attiva per metterlo sull’avviso ed organizzarne la fuga.

In questa sua opera ciclopica, che durò ben sei anni, è aiutato soprattutto da poliziotti e da preti, frati e suore sparsi in tutta Italia.

Ma all’alba del 13 settembre 1944, il Tenente Colonnello Herbert Kappler, il gelido esecutore della strage delle Fosse Ardeatine, in fuga da Roma dopo l’arrivo degli alleati lo fa arrestare.

Rinchiuso nel carcere di Trieste e condannato a morte, Palatucci, l’eroico funzionario viene deportato a fine ottobre nel campo di sterminio di Dachau, dove muore di stenti, di patimenti, forse di tifo, il 10 febbraio 1945.

Il Vicariato di Roma, nel 2000, ha aperto il processo di beatificazione di Palatucci; nel 2004 si è conclusa si la prima fase ed è stato proclamato “Servo di Dio”.