La parodia degli anni ‘70

Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un certo livello di tensione politica. Si è partiti dagli insulti alla memoria di Franca Rame e si è arrivati ai vetri rotti della sede di Rinnovazione.

L’intero arco istituzionale locale ha ovviamente condannato le parole e i gesti violenti. E qualcuno teme il ritorno dell’infuocato clima degli anni ‘70.

Tutto è possibile, ma francamente, al momento, ci sembra un pericolo abbastanza remoto. Sarà pure vero che la storia si ripete, ma nonostante i danni reali – materiali e morali – quella che abbiamo di fronte ci sembra più la parodia di un’epoca che il suo ritorno.

Ed alla fine la cosa muove più tristezza che indignazione. Cosa ci dicono questi giovani inchiodati al “fascio carogna” e alla contestazione della povera signora Rame? Non sarà che ripiegano sull’armamentario ideologico di un’epoca in cui non erano neppure nati perché non riescono a tenere il passo di questi tempi difficili?

Questo misero rinfacciarsi gli opposti estremismi, in fondo, sembra la ricerca di una mitologia consolante più che di una solida consapevolezza politica.

Forse il mondo d’oggi è talmente sfuggente da portare certe frange giovanili a rifugiarsi in uno schema predigerito. Forse, fingere che il mondo sia bianco, rosso e nero, rende più facile prendere posizione, distinguere i buoni e i cattivi.

Più preoccupante è quando in questo atteggiamento si vedono sguazzare certi consumati attori della politica. Il rifarsi a fatti superati e categorie antiquate assume il sapore di una ridicola ostinazione. Tradisce una incapacità di analisi e di azione che la dice lunga sul perché la città sia arrivata allo stato attuale.

E diamo ovviamente per scontato che certi pessimi risultati siano il prodotto di inettitudine ed inadeguatezza, e non di una qualche cattiva fede.

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