La città fa paura. A scuola ci andiamo da soli?

Un concreto contributo per una città amica dei bambini? Creiamo le condizioni perché possano fare il tragitto da casa a scuola in autonomia!

Fino a venti, trenta anni fa, per i bambini dai sei agli undici anni andare a scuola e tornare a casa da soli era assolutamente normale.

Oggi, invece, questa eventualità è considerata una cosa impossibile.

La città fa paura alle famiglie. Il traffico e l’eventuale presenza di malintenzionati frenano ogni possibile autonomia degli scolari.

Dev’essere accaduto perché a poco a poco è venuta a mancare una solida rete di protezione sociale. Non ci sono più i rapporti di buon vicinato. Non ci si conosce quasi più nemmeno tra condomini. E di conseguenza ci ritroviamo più soli e ci facciamo sempre più diffidenti. Finiremo per diventare stranieri nella nostra stessa città?

I bambini lo sembrano già. E di conseguenza sembra necessaria una concreta inversione di tendenza. Il modo in cui vanno da casa a scuola è un indice della loro qualità della vita. La città sarà veramente amica dei bambini se torneranno a fare quel tragitto da soli e in sicurezza.

Per questo invitiamo l’Amministrazione ad avviare un’azione specifica. La Ztl è utile, ma non basta. Ci sono da ricostruire condizioni ambientali e sociali favorevoli.

Un tentativo in questa direzione – da portare avanti con pazienza per superare le paure delle famiglie – sarebbe un importante contributo. Restituirebbe autonomia ai bambini e alleggerirebbe il carico delle famiglie. Ed è facile prevedere che darebbe vita ad un clima più attento e solidale nei confronti delle categorie deboli in generale.

Esperienze già fatte in altre città, dimostrano che la presenza di bambini nelle strade – per andare a scuola o per giocare – ha un effetto positivo. Ricrea negli adulti condizioni sociali di responsabilità di protezione. Un circolo virtuoso che va a vantaggio della sicurezza dei bambini e della città tutta.

2 thoughts on “La città fa paura. A scuola ci andiamo da soli?”

  1. Paola Cuzzocrea

    Ringrazio David Fabrizi per questo articolo che ci ha stimolato ad integrare anche il comunicato che abbiamo diffuso come Movimento civico Rieti Virtuosa e che Frontiera ha pubblicato al seguente link https://www.frontierarieti.com/wordpress/rieti-virtuosa-per-una-citta-a-misura-di-bambino-365-giorni-lanno/. Di Pedibus parlammo approfonditamente nel corso della Giornata nazionale del Camminare 2012 http://www.comune.rieti.it/turismo-giornata-camminare, auspicando che dall’esperimento che avevamo organizzato grazie all’impegno di Barbara Romiti si passasse alla pratica diffusa in tutte le scuole. Lanciammo spunti all’assessore Ubertini, ma a distanza di quasi un anno non ci sembra che siano stati fatti passi in avanti. Un vero peccato perché in tante città il Pedibus funziona a meraviglia con soddisfazione sia delle famiglie sia dei bambini, oltre al beneficio in termini di riduzione di traffico e di emissioni nocive in atmosfera.
    E visto che spesso si usa giustificare la mancanza di azione per mancanza di fondi, vorrei precisare che si tratta di UN’AZIONE A COSTO ZERO, quindi anche a Rieti si può fare.
    Come tutte le cose e le buone pratiche, però, va seguita, anzi perseguita con costanza, impegno e determinazione da parte di chi amministra, perchè si tratta di cambiare le abitudini di tutti noi per migliorarla davvero questa città, facendo diventare queste buone pratiche parte integrante della nostra vita quotidiana.
    Altrimenti restiamo nel campo delle manifestazioni folkloristiche, un modo per passare una giornata diversa dal solito o per dare un ‘contentino’ a qualcuno che ha bisogno di una giornata di visibilità mediatica.

    1. Chiara Sansoni

      Carissimo David e carissima Paola, mi fa piacere intervenire in questa conversazione perché sono assolutamente d’accordo su quanto espresso da entrambi.
      La città è dei bambini nella misura in cui i bambini possono viverla in sicurezza e secondo le loro modalità.
      Ricordo che anch’io trent’anni fa andavo al Marconi a piedi senza l’accompagnamento di adulti ed era prassi comune e condivisa da tanti miei compagni, almeno da tutti quelli che abitavano in zona e che frequentavano dalla terza elementare in su.
      L’esperienza del Piedibus (o pedibus) che si è voluta rilanciare in occasione della manifestazione Rieti Città Amica dei Bambini è l’esempio di una buona pratica disponibile quasi a costo zero.
      In altre città, associazioni volontarie di genitori si organizzano per gestire questo servizio, a cui l’Amministrazione Comunale affianca la prestazione dei Vigili Urbani, in modo che tutto si svolga in sicurezza.
      Volontari e vigili urbani stabiliscono anche i percorsi. L’Amministrazione Comunale provvede ad installare una segnaletica delle fermate e dei capolinea, con gli orari di passaggio del piedibus. Le scuole operano da raccordo per le richieste di adesione.
      Come organizzatori della settimana dedicata all’infanzia abbiamo ritenuto importante rilanciare questo segnale: ci sono buone prassi che è possibile ed utile condividere.
      La risposta è stata data dall’entusiastica e generosa adesione delle famiglie, alcune delle quali si sono dichiarate disponibili a partecipare attivamente (come volontari accompagnatori) il prossimo anno scolastico.
      Nell’eventualità si riesca a costituire un gruppo di volontari per il piedibus, una considerazione da farsi è anche quella sulla pesantezza degli zaini che i bambini portano sulle spalle, veramente esagerato per le loro giovani schiene (e pesanti anche per gli adulti!) e per cui bisognerebbe trovare una soluzione: scuola senza libri? zaini a rotelle? …
      Come genitore ho cominciato a condividere le informazioni relative all’attivazione del piedibus con altri genitori della scuola che frequentano le mie figlie per vedere di riuscire ad organizzarci per il prossimo anno scolastico.
      Io credo che il Piedibus possa essere una buona occasione per provare a modificare alcune dinamiche sociali dal basso, esprimendo noi in primis il nostro senso civico e sociale, attivandoci personalmente per migliorare le condizioni di vivibilità della città.

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