In occasione del settantesimo anniversario della Liberazione d’italia, il 27 aprile alle ore 17.30 nella biblioteca comunale di Stimigliano ci sarà una proiezione e la presentazione del libro “Il corpo di Matteotti”, con la presenza dell’autore Italo Arcuri.
A distanza di 91 anni dal delitto di Giacomo Matteotti, rapito e ucciso il 10 giugno 1924, Italo Arcuri, giornalista e vicesindaco del Comune di Riano, paese a nord di Roma dove il corpo del deputato socialista fu ritrovato sotterrato in una boscaglia dopo sessantasei giorni, in un libro – dal titolo “Il corpo di Matteotti”, edito da Suraci Editore – studia il tragitto dell’automobile assassina, dal Lungotevere Arnaldo da Brescia alla Quartarella di Riano, e analizza la cultura di un corpo in cui, ancora oggi, carisma simbolico e carica ideale vanno di pari passo.
Il libro aggiunge ulteriore storicità documentale ai materiali già esistenti sul delitto ed è il frutto di una ricerca storica effettuata dall’autore in oltre un anno di tempo, basata su due documenti inediti rintracciati presso l’ufficio anagrafe del Comune di Riano. Il primo tratto dal Registro degli atti di morte relativi al 1924 che contiene l’annotazione dell’avvenuto ritrovamento del corpo, contenente due errori materiali: il mese di nascita del deputato, nato in maggio e non in giugno, come erroneamente riportato nell’atto, e il cognome della madre, Isabella Garzarolo, deformato invece in Garzarola. Il secondo documento è la sentenza di rettificazione di atto di stato civile, deliberata dal Tribunale civile e penale di Roma nella Camera di consiglio del 12 ottobre 1925, che, vista la requisitoria del Procuratore del Re, Vittorio Emanuele III, autorizza il Comune di Riano a procedere alla correzione del suddetto atto.
Il libro, inoltre, contiene testimonianze esclusive, basate su una vasta bibliografia e sulla lettura e visione di quotidiani e filmati d’epoca.
Il capitolo riguardante il tragitto dell’autovettura su cui fu prima caricato e poi ucciso Matteotti è il primo tentativo – giornalistico prima ancora che storico – di delineare i confini, anche geografici, di un fatto che, ancora oggi, racconta di un’Italia non tanto dissimile da quella odierna.