Sabato 16 giugno, presso la sala il “Cantinone” di Cittaducale, si è svolta una giornata di studi dal titolo “Per una definizione ambientale e culturale dell’Alta Valle del Velino”. I saluti istituzionali sono stati affidati al sindaco di Cittaducale, Leonardo Ranalli, al sindaco di Antrodoco, Alberto Guerrieri, al presidente del Lions Club Cittaducale, Sandra Provaroni, per il Cai al dottor Cipolloni, al presidente della Proloco di Cittaducale e al presidente dell’Associazione Culturale “Micciani Unita”, Federica D’Ascenzo.
Hanno introdotto i lavori il vescovo Domenico Pompili, il soprintendente Archeologica Belle Arti e Paesaggio per Frosinone, Latina e Rieti, Stefano Gizzi, i curatori Elena Santilli (Università di Macerata – Dipartimento di Studi Umanistici, Linguistica, Letteratura e Filologia), Sofia Scafati (Università di Siena – Dipartimento di Scieze Storiche e dei Beni Culturali) e Carlo Virili (Università la Sapienza – Dipartimento di Scienze dell’Antichità).
La giornata è stata strutturata come una sorta di zoom storico-disciplinare, dall’antichità al presente e dalle scienze esatte a quelle umane e sociali. Nello specifico dagli aspetti ambientali e geologici a quelli di promozione e valorizzazione, passando per l’archeologia, l’antropologia, la storia e i paesaggi culturali.
Il primo ingrandimento, quello del contesto ambientale, è stato presieduto dal geologo Manlio Faraoni. Primo relatore Marco Petitta (Sapienza) che ha illustrato aspetti geomorfologici e idrologici dell’Alta Valle del Velino. Per secondo, Fabrizio Millesimi ha fatto scoprire il reticolo di cavità antropiche (circa 100) nel sottosuolo di Cittaducale. Il terzo intervento ha visto Antonio Uffreduzzi fare un’anatomia speleologica delle sorgenti del Velino.
Dopo il coffee break è iniziata la sezione dedicata al contesto archeologico, presieduto dal professore di Topografia Antica Alessandro Jaia. Nel primo intervento Carlo Virili ha fatto un repertorio delle evidenze preromane. A seguire un’analisi di un’eccezionale iscrizione Etrusca ritrovata ad Amatrice da parte di Enrico Benelli del CNR. I tre contributi successivi sono stati dedicati alla Villa dei Flavi e alla così detta Villa di Tito, rispettivamente a Cotilia e Castel Sant’Angelo, da parte degli archeologi Simone Nardelli, Alessandro Betori e Martin Beckmann e Myles McCallum. Al termine della pausa pranzo i lavori sono ripresi con la relazione di Francesca Lezzi (archeologa) sulla via Salaria nel circondario di Cittaducale. Agli archeologi Emanuele Nicosia e Carlo Virili è spettato un intervento a proposito dei nuovi dati su un’infrastruttura sul Rio Rapelle ad Antrodoco.
Stringendo ancora il campo, la terza sessione, presieduta da Alessandro Betori, ha toccato temi di religione e antropologia. Il relatore Massimiliano Di Fazio (Università di Pavia) ha parlato dell’Alta Valle del Velino tra etnografia e religione. In seconda battuta Mario Polia (Pontificia Università Gregoriana di Roma) ha analizzato religione e antropologia tra altopiano di Leonessa, Alta Valle del Velino e Abruzzo aquilano.
Il quarto step della giornata ha riguardato il contesto storico. A presiedere Ileana Tozzi, direttore del Museo Diocesano di Rieti. Nella prima relazione Sofia Scafati si è occupata di castelli, abbazie e borghi nuovi nei modelli insediativi medievali. Nella seconda i filologi Elena Santilli e Andrea Lattaco (Università di Macerata) hanno esposto alcune considerazioni filologiche sull’Alta Valle del Velino.
Per la sessione dedicata ai passaggi culturali e le vie della transumanza, presieduta da Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, sono intervenuti inizialmente Franco Cambi e Edoardo Vanni (Università di Siena) parlando di archeologia della transumanza tra acquisizioni e prospettive. Poi è stato il turno di Piero Rovigatti, Anna Pia Urbano e Simona Di Crescenzo (Università degli studi di Chieti e Pescara) che hanno parlato della ricerca del Tratturo Magno e i metodi d’indagine. Rovigatti ha parlato anche di cura e custodia dei paesaggi tratturali. Per concludere la sezione, Ileana Tozzi si è concentrata sulle vie di Sant’Angelo transumanza e mercato ai confini tra Stato e Regno.
L’ultima sezione, presieduta da Marco Cossu, presidente del Consorzio Museo Territoriale dell’Agro Foronovano, è stata dedicata a conservazione e valorizzazione. Si è partiti da Brunella Fratoddi (già Museo di Amatrice) e Carlo Virili che hanno parlato di perdita dell’aspetto identitario. In seguito Cristina Collettini (architetto) sull’esperienza nel sisma dell’unità di crisi. Terza relazione, di Roberto Lorenzetti, sul recupero della memoria storica ad Amatrice e Accumoli. Successivamente Monica De Simone (Museo Civico di Rieti) ha esposto le attività del Simbas, Sistema Integrato Musei e Biblioteche dell’Alta Sabina.
In conclusione i curatori hanno fatto i ringraziamenti di rito e annunciato la pubblicazione degli Atti dell’iniziativa: un convegno complesso e articolato da personalità d’eccellenza di cui è sicuramente auspicabile che rimanga una documentazione. Come una pietra miliare infatti, questo evento segna la strada da percorrere per riempire i vuoti di ricerca e tracciare linee di sviluppo culturale, economico e sociale per il futuro.