Nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, il cimitero di Rieti ha visto radunarsi numerosi fedeli per la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Vito. All’evento, che ha offerto un momento di riflessione sul valore della memoria e del ricordo di chi ci ha lasciati, hanno partecipato anche le autorità civili e militari, insieme al gonfalone del Comune di Rieti. Come ha ricordato il vescovo nella sua omelia, il ricordo dei defunti è innanzitutto un dovere umano, che precede persino il suo significato religioso.
«Ricordare i nostri cari è un gesto che ci connette alla loro essenza e al loro amore, che ha arricchito le nostre vite», ha detto il vescovo, invitando a riflettere su quanto la nostra società abbia messo da parte la consapevolezza della morte, trasformandola in un tabù. Oggi, infatti, viviamo in un mondo che cerca di allontanare questa realtà pericolosa e scomoda, come fosse un’ombra da tenere fuori dal perimetro della nostra vita quotidiana.
Importante, allora, pregare non solo per i familiari e agli amici scomparsi, ma anche alle vittime delle calamità naturali e delle guerre, sia quelle del passato che quelle contemporanee. «Oggi preghiamo per i nostri fratelli e sorelle colpiti dalla tragedia ad Amatrice, e non dimentichiamo chi soffre nel mondo, vittime di conflitti di cui siamo, in qualche misura, corresponsabili», ha ricordato il vescovo, citando i dati tragici sui bambini che vivono in aree di guerra, privati di un futuro e spesso della stessa infanzia.
Rivolgendosi poi alle persone che vivono la dolorosa esperienza del lutto, il vescovo ha voluto dare conforto, ricordando che «pensare alla nostra morte fa più piena la nostra vita». Questa riflessione ha toccato il cuore dei presenti, molti dei quali si sono stretti intorno ai propri cari in un abbraccio di silenzio e preghiera.
L’omelia ha posto l’accento anche sulla dignità umana, da difendere in ogni situazione e per ogni persona, inclusi coloro che, per ragioni di vita, sono stati privati della libertà. «Non dimentichiamo che a pochi passi da qui c’è anche il carcere: la dignità degli uni e degli altri deve sempre essere difesa. Fosse anche quella di un delinquente», ha sottolineato don Vito, rilanciando un appello alla compassione e alla misericordia.
Infine, il vescovo ha rivolto un invito a tutti: quando si visita il cimitero, spegniamo i cellulari, dedichiamo un momento al silenzio e alla riflessione, per pregare non solo per i nostri cari, ma anche per noi stessi. «Pensiamo ai nostri cari, ma pensiamo anche alla nostra morte e, dunque, alla nostra vita. Perché ci è stata consegnata per farne qualcosa di bello, e non possiamo rimandare a domani ciò che possiamo vivere oggi».
Un messaggio che invita ognuno a un’esistenza più consapevole, a riflettere su come la memoria dei defunti possa arricchire la vita di senso e di amore, illuminata dalla fede nella resurrezione di Cristo.