Chiesa di Rieti

Il vescovo Domenico all’Epifania: «Riscopriamo la grande gioia che provarono i Magi adorando Gesù»

Approfondendo il significato dell’Epifania, il vescovo Domenico nella celebrazione di ieri pomeriggio in Cattedrale ha voluto ricordare che il Cristianesimo non nasce europeo, occidentale, come troppo spesso si crede o si lascia intendere

«Manifestazione di Gesù a tutti i popoli, a tutte le culture, a tutte le civiltà». Approfondendo il significato dell’Epifania, il vescovo Domenico ha voluto ricordare che il Cristianesimo non nasce europeo, occidentale, come troppo spesso si crede o si lascia intendere. E non solo «Gesù è nato in Medio oriente», ma non è un caso se i magi «sono tre re di colore diverso: nero, bianco e giallo». Essi infatti indicano i tre continenti allora conosciuti e ci ricordano che «il cristianesimo è sorto in Asia minore, nel punto in cui si incontrano l’Asia, l’Africa e l’Europa».

La vicenda è «molto più originale e avvincente della globalizzazione dei nostri giorni – ha aggiunto il vescovo – perché dice che l’unico Dio è aperto a tutti, non è bianco il dio di Gesù, ne nero ne giallo».

Il suggerimento del vescovo è stato allora quello di «ritrovare la direzione di marcia originaria, da est a ovest», per ricordarci che se è vero che «il cristianesimo si è diffuso all’inizio in Europa», è altrettanto vero che «non si è mai identificato con questa cultura». E non va dimenticato che «quando il Vangelo fu proclamato produsse uno shock culturale». Anche se non è nato europeo, il cristianesimo è però «entrato dentro la cultura europea e lentamente l’ha modificata».

E in fondo è in questo che si trova l’attualità dei magi: ci dicono che «la fede non la si trova fuori dall’uscio di casa», non si acquisisce per tradizione, ma si trova «muovendosi, uscendo dai nostri stereotipi, dai nostri punti di vista consueti, lasciandosi sfidare dal Vangelo, soprattutto quanto quello che dice è così paradossale che a volte finiamo per non prenderlo sul serio».

«La fede – ha concluso il vescovo – non nasce dal nostro interno, dal nostro semplice guardaci dentro, dal nostro sviluppo psichico. Il cristianesimo nasce dal confronto con qualcosa di esterno a noi, come i magi mossi per mettersi in cammino seguendo la stella». Si tratta cioè di fare il contrario di quanto fatto dai sapienti che consultati da Erode, «che dicono esattamente dove nascerà il Messia, ma non si muovono». Mentre i magi «camminano e prostrati adorano il signore Gesù provando una grande gioia».