Il ritorno di Superquark

Ha preso il via la nuova stagione del programma di Piero Angela

È cominciata con un doppio speciale ispirato nientemeno che alla storia dell’Universo la nuova stagione di “Superquark” (Rai1, giovedì ore 21.10), il noto programma di Piero Angela che da anni riscuote successo sul piccolo schermo televisivo di casa nostra.

Un ambizioso viaggio di 13 miliardi di anni con l’ausilio di effetti speciali, filmati e animazioni ha riportato gli spettatori al “punto zero” del Big Bang, il momento in cui l’Universo avrebbe avuto origine secondo gli scienziati, circa tredici miliardi e settecentoventi milioni di anni fa. Nei primi miliardesimi di secondo dopo il “grande scoppio” sarebbero nati lo spazio-tempo e la gravità, si sarebbero costituiti i primi nuclei della materia e dell’antimateria e avrebbe avuto inizio la formazione di stelle, pianeti, galassie e tutto ciò che nell’Universi si trova. Più concreta, decisamente, la documentazione sulla nascita della Terra e degli altri pianeti in orbita intorno al Sole, fino alla nascita delle prime forme viventi.

Il viaggio in qualunque ambito della scienza mantiene inalterato il suo fascino, che attrae inevitabilmente la curiosità e la sete di sapere. Su questo – e sulla capacità divulgativa fuori dal comune del giornalista alla conduzione – si è sempre basata la forza d’attrazione di “Superquark”, programma televisivo di collocazione estiva, che ha debuttato nel 1995 sulla Rai come evoluzione dell’apprezzatissimo “Quark”, a sua volta in onda addirittura dal 1981.

Rispetto alle varie versioni della trasmissione originaria, “Superquark” mantiene la stessa struttura e lo stesso formato: nell’arco delle due ore di durata, la prima parte è costituita dal sommario e da un documentario di taglio naturalistico, mentre la seconda parte propone una serie di servizi di approfondimento intervallati da commenti e interviste in studio. Molto utilizzati – e altrettanto apprezzati – sono i documentari scientifici di Bbc e National Geographic, che Angela ha contribuito a far conoscere al grande pubblico italiano dai primi anni Ottanta.

Gli argomenti trattati variano dalla scienza alle nuove tecnologie, con largo spazio per temi di società, economia, storia, medicina e ambiente. A far da filo conduttore con “Quark”, oltre alla presenza del già citato “padrone di casa”, la caratteristica sigla che ha come colonna sonora “Aria sulla quarta corda” di Johann Sebastian Bach, da sempre elemento distintivo del programma insieme alla presenza di Piero Angela.

Il giornalista, che da qualche anno ha lanciato nel firmamento televisivo anche il figlio Alberto, è il più noto divulgatore scientifico italiano. Dopo aver iniziato come cronista radiofonico ed essere in seguito divenuto inviato, si è affermato come conduttore del telegiornale e poi come presentatore di trasmissioni divulgative in stile anglosassone. È anche saggista e ha all’attivo numerosi libri di divulgazione scientifica dedicati a molti degli argomenti trattati nelle sue trasmissioni.

Nelle sue parole di presentazione della prima puntata di “Quark” nel 1981 è racchiusa la filosofia che tuttora anima il suo stile di conduzione: “Il titolo ‘Quark’ è un po’ curioso, lo abbiamo preso a prestito dalla fisica dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose…”.

In effetti, il piglio scientifico è ancora l’aspetto prevalente del programma, nonostante nel corso degli anni lo studio si sia arricchito di ausili tecnologici e di effetti speciali. E qualsiasi tentativo di imitazione da parte di altre trasmissioni finora è rimasto tale.