Il Quirinale è per tutti

La “casa” del presidente della Repubblica va aperta sempre più al pubblico

Anche il dodicesimo presidente della Repubblica italiana avrà a breve l’onore di abitare in una dimora straordinaria, per la bellezza delle sue sale monumentali e per la ricchezza dei suoi tesori d’arte: il Palazzo del Quirinale. La storia del colle del Quirinale, il più alto della città eterna, rimonta all’antichità e lo dimostrano ancora oggi all’esterno i due colossali gruppi scultorei dei Dioscuri con i loro cavalli, probabilmente derivanti dal cosiddetto Tempio di Serapide.

Il Quirinale diventò una residenza papale a partire dai lavori che volle Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585), che nel 1583 affidò il cantiere per la costruzione del nuovo palazzo al bolognese Ottaviano Nonni, detto il Mascherino, autore della vertiginosa scala elicoidale, la cui funzione era quella di collegare i due grandi loggiati che caratterizzavano la facciata dell’edificio. Fu tuttavia Sisto V (1585-1590) con l’architetto pontificio Domenico Fontana ad ampliare il palazzo e a rivoluzionare l’intero assetto urbanistico della zona, mentre alla committenza di Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605) si devono le opere di ingegneria idraulica destinate alle fontane dei meravigliosi giardini.

Tutti i Pontefici che si susseguirono nei secoli da Paolo V Borghese (1605-1621) fino al periodo napoleonico, intervennero sulla sede del Quirinale che via via si arricchiva di nuovi spazi, sontuosi ed eleganti e di tante, tante, opere d’arte.

Proprio alla committenza paolina e all’opera dell’architetto Carlo Maderno si deve la costruzione della sala più ampia del Palazzo, la Sala Regia, oggi denominata Salone dei Corazzieri. Nella decorazione ad affresco furono all’opera vari artisti, tra i quali emergono i nomi di Agostino Tassi, Giovanni Lanfranco e Carlo Saraceni. Nella Sala Regia il Pontefice accoglieva i regnanti di paesi stranieri con il loro corpo diplomatico, per questa ragione e come simbolo di un’ampia promozione dell’opera di evangelizzazione della Chiesa, che poteva così raggiungere i confini più lontani della terra, all’interno di finte logge vennero rappresentate le ambascerie; come quelle provenienti dai paesi mediorientali dalla Persia al Giappone. Attigua alla Sala dei Corazzieri è la Cappella paolina che nella volontà del Pontefice doveva ‘rivaleggiare’ in ampiezza e bellezza con la Sistina michelangiolesca in Vaticano, anche se la volta fu ornata da un rivestimento in stucco bianco e dorato, opera del ticinese Martino Ferabosco.

Alla devozione privata del Pontefice Borghese era invece destinato un altro luogo, la Cappella dell’Annunziata dove le storie mariane trovano l’apoteosi nella luminosissima cupola con “Dio Padre e con la Vergine in gloria”, mentre la cosiddetta “Madonna del cucito” affrescata da Guido Reni, resta un’iconografia “domestica” di rara rappresentazione.

Anche solo dallo scorrere le denominazioni dei numerosi spazi di rappresentanza del piano nobile del palazzo si comprende la loro straordinaria ricchezza del luogo: la Sala delle Virtù, la Sala del Diluvio, la Sala dello Zodiaco, la Sala degli Arazzi, la Sala degli Specchi, il Salone delle Feste per citarne solo alcuni; per non parlare poi delle stesse Collezioni del Quirinale: tra dipinti antichi e moderni, statue e oggetti antichi, arazzi, mobili, porcellane, orologi e carrozze.

E non si può parlare del Quirinale senza menzionare il palazzo delle Scuderie costruito all’inizio del XVIII secolo su progetto di Carlo Fontana e completato definitivamente il 1732 grazie all’intervento del celebre architetto Ferdinando Fuga. Oggi le Scuderie sono famose soprattutto come spazio espositivo destinato ad accogliere splendide mostre che attirano numerosi visitatori.