Cultura

Il Nobel per la letteratura alla poetessa Louise Glück

Per "la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l'esistenza individuale". Questa la motivazione dell’Accademia svedese per l'assegnazione del premio 2020

Per “la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Questa la motivazione dell’Accademia svedese. Nata nel ’43 a New York in una famiglia di immigrati ebrei ungheresi è cresciuta a Long Island. L’anoressia l’ha costretta ad abbandonare gli studi superiori e quelli universitari. Malgrado ciò ha pubblicato dodici antologie poetiche e ottenuto numerosi riconoscimenti. Nel 1993 il Premio Pulitzer la Poesia per la sua collezione The Wild Iris. Nel 2003 è stata insignita del prestigioso titolo di ‘poeta laureato’ degli Stati Uniti. Ha ricevuto anche il National Book Award per la poesia (2014). Fa parte dell’American Academy of Arts and Letters. Vive a Cambridge e insegna Poesia all’Università di Yale. A commento del Nobel, lo scrittore Alessandro Zaccuri, editorialista di Avvenire.

Il merito della piccola editoria in Italia

“E’ un’assegnazione positiva quella di oggi perché la Gluck è un’autrice importante, non conosciutissima in Italia”, spiega Zaccuri, che sottolinea anche il “merito alla piccola e media editoria, in particolare le Edizioni Libreria Dante & Descartes, di Napoli, che ha pubblicato la sua raccolta più importante Averno, e al suo traduttore Massimo Bacigalupo, grande americanista”.  Definisce indiscutibile il valore dell’autrice “così come indiscutibile è il ruolo di mediazione dei piccoli editori di qualità, specie nel campo della poesia dove editori più grandi sono alle volte più disattenti”.

L’attenzione dell’Accademia svedese all’area anglosassone

“Colpisce un po’ l’insistenza negli ultimi dieci anni, per restare a questo lasso di tempo, dell’Accademia di Svezia al campo anglosassone o degli Stati Uniti”, continua Zaccuri. “C’è molta aria occidentale nei Nobel degli ultimi decenni. Poche eccezioni di altra natura, penso a Svetlana Aleksievič (2015), che è stato anche un premio geopolitico e politico particolare”. Zaccuri sottolinea che “il Nobel per la letteratura dovrebbe avere anche la finalità di aiutarci a comprendere la complessità del mondo di oggi. Ci sono, per esempio, aree da tempo disattese – spiega – come il Giappone e altre, come quella mediorientale, pure molto vivace dal punto di vista letterario, che ancora non hanno trovato il proprio riconoscimento. Del resto il Nobel è un gioco complesso in cui rientrano elementi di varia natura, si sa”.

L’introspezione nell’epoca della pandemia

“Resta il fatto che Louise Gluck è una grandissima autrice che varrà la pena riscoprire nei prossimi anni e che la sua opera non si discute”, conclude Zaccuri. L’infanzia, la vita famigliare e le relazioni con genitori e fratelli sono una tematica centrale nel lavoro della poetessa: “Il tema dell’introspezione e il rapporto tra i vivi e i morti sono preminenti, – conclude – elementi sempre attuali ma che evidentemente, nell’anno della pandemia e del lock down, assumono una diversa e più dolorosa attualità”.

da Vatican News