È stata chiusa al traffico anche via Cintia, il cantiere circonda ormai interamente la Cattedrale. Ruspe e betoniere all’opera attorno a S. Maria per la realizzazione del nuovo look cittadino secondo il «Piano locale e urbano di sviluppo».
L’idea dei progettisti dev’essere stata di togliere al cittadino la possibilità di fantasticare su ciò che sarà il centro storico al termine dei lavori del Plus, parola che sembrerebbe latina e che sarebbe coinvolgente se non fosse stato spiegato che «Plus» sta per «Piano locale e urbano di sviluppo». Il che nasconde parole abusate, che vogliono dir molto oppure niente. In questi anni nei quali non si è fatto altro che parlare di urbanistica, di maltrattamento di ogni ambiente che era legato al rifacimento o allo sviluppo, alla costruzione o alla demolizione di qualcosa in cui vivere e che si chiamava casa o spazio, i politici hanno “sunteggiato” di tutto per confondere ed ingarbugliare.
Lungo le estese recinzioni poste a salvaguardia dei cantieri, i progettisti hanno inteso affiggere le gigantografie di come saranno alla fine e nella realtà le piazze centrali, ad iniziare da quella del Comune e alle due (Battisti e Vittori) sulle quali si affaccia la Cattedrale dedicata alla santa Madre di Dio, e poi via Cintia, per togliere al cittadino il piacere di immaginare come sarà la propria città il 30 settembre di quest’anno, quando, per contratto, dovrebbero aver termine le opere in corso. Le grandi foto ipotizzano una città futura da qui a sei mesi, felice e serena, in cui bambini multietnici corrono, gridano e allegramente si spingono e si sbracciano; strade e piazze senza marciapiedi e con nessun ostacolo di sorta; una pavimentazione in porfido e pietra; nessuna cartaccia né pezzo di plastica in giro, neanche una cicca ad insozzare; aiuole verdi pettinate e sistemate ad imbellire e a rifinire; il cielo azzurro libero di lunghi e pendenti fili della illuminazione pubblica, finalmente sgombro di lampioni assortiti; forse lastre di cristalli poste a terra come immense finestre per mostrare resti di mura romane e scheletri di un cimitero cristiano ospitato entro il recinto della chiesa di San Giovanni in Statua che dalla fine degli anni Venti non esiste più o di Santa Maria che invece c’è ancora.
L’architetto che ha ideato tutto questo, assieme al gruppo dei suoi collaboratori, è Fabio Pitoni, già misuratosi in passato con opere d’intenso impegno. Ma questa odierna, essendo posta alla luce del sole perché tutta in piano, forse sarà stata la più impegnativa e quindi la più esposta ai giudizi. Comunque, se i lavori una volta completati saranno proprio come dicono le gigantografie, con certezza l’opera sarà davvero come s’era immaginata: e cioè bella e confacente! Fabio Pitoni ha firmato il progetto in quanto vincitore di un bando che proponeva ai concorrenti la risistemazione di quelle tre piazze che riassumono nella sua interezza tutto il centro storico, preparato ad accogliere i complessi lavori con un precedente, drastico, insuperabile editto sindacale di pressoché totale chiusura alle auto che, si ipotizza, sarà posto ancor più a mo’ di chiavistello per evitare che lì, proprio dove corrono felici e sorridenti i bambini multietnici e passeggia la gente, non arrivino a disturbarli né automobili, né motociclette, né i loro nauseabondi gas di scarico.
Per completare il discorso, c’è da ricordare che queste tre piazze hanno poli di grande interesse architettonico e storico che attrarranno cittadini e turisti con i loro richiami di brillantezza e radiosità e, vien da dire, in quanto rilucidate nei loro edifici patrizi e di culto attraverso un esteso e intelligente lavoro di restauro sostenuto dai fondi per il terremoto del ’97. I poli affascinanti e seduttivi sono tanti: nella piazza centrale il Palazzo comunale, la torre civica e Palazzo Dosi. Due poli d’attrazione insistono anche in piazza Battisti e sono Palazzo Vincentini, sede della Prefettura, e la Cattedrale romanica con l’alto campanile; in piazza Vittori il monumento a san Francesco, il Palazzo papale che ospita episcopio e curia e il lato nord del Duomo con il portico e più in giù l’Arco di Bonifacio VIII. Tirando una serie di segmenti tra questi vertici s’è ricavato un vasto spazio che ingloba monumenti di grandissimo pregio e fonda una sola area, ampia e diversificata. Qui si è misurato l’architetto Pitoni assieme ai suoi, tanto che le premesse di poter gustare il fantastico ambiente ci sono tutte e crescono col passar dei giorni.
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