Il Garante dei Detenuti: Ferragosto in carcere per 7.154 persone

Il Garante dei Diritti dei Detenuti Angiolo Marroni: «auspico che questa sia l’ultima estate con l’emergenza carceri, perché il sistema è vicino al collasso. Intanto, nel Lazio, tardano ad arrivare i benefici del decreto Cancellieri».

Sono 7.154 (a fronte di una capienza di 4.661 posti) i detenuti che passeranno Ferragosto nelle celle delle 14 carceri della Regione Lazio. I dati sono stati diffusi dal Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni,  il quale ha espresso l’auspicio che questo possa essere l’ultimo Ferragosto con l’emergenza carceri perché «fra sovraffollamento, mancanza di personale, strutture fatiscenti e risorse inadeguate , la situazione è pericolosamente vicina al punto di non ritorno».

Questa, nel dettaglio, la situazione delle presenze nella Regione:

ISTITUTI CAPIENZA REGOLAMENTARE PRESENZE ATTUALI
Cassino C.C. 172 298
Civitavecchia N.C. 332 636
Civitavecchia C.R. 105 111
Latina C.C. 86 149
Paliano 61 57
Rebibbia C.C. Fem 274 410
Rebibbia III^ C.C. 36 40
Rebibbia C.C. N.C 1218 1780
Rebibbia C.R 370 423
Regina Coeli C.C. 724 1032
Velletri C.C. 208 607
Viterbo C.C. N.C. 444 741
Frosinone C.C. 325 540
Rieti C.C. 306 316
TOTALE REGIONE LAZIO 4661 7154
Totale detenuti uomini 6668
Totale detenute donne 486

Per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni nelle carceri ed il ritorno ad una pena in grado di agevolare il trattamento e il reinserimento sociale del detenuto, nel solco dell’art. 27 della Costituzione, il Garante ripone molta fiducia nel cosiddetto “Decreto Cancellieri”.

Dai dati emerge che le nuove norme hanno iniziato a produrre i primi effetti sul sovraffollamento a livello nazionale (oggi nelle carceri di tutta Italia ci sono 1.400 detenuti in meno rispetto al 25 giugno) ma non ancora nel Lazio, dove il numero dei reclusi presenti è rimasto, nelle ultime settimane sostanzialmente stabile.

«A quanto risulta al mio ufficio – ha aggiunto il Garante – nelle ultime settimane nelle carceri della regione sono arrivati molti detenuti provenienti da sfollamenti effettuati da ogni parte d’Italia. Gli sfollamenti sono il frutto di una politica sbagliata, che da un lato testimonia che nel Lazio la qualità della vita in carcere è  migliore che nel resto d’Italia, grazie alle iniziative messe in campo anche da questo ufficio per migliorare la situazione, ma dall’altro non tiene conto del principio della territorialità della pena, Senza dimenticare il fatto che portare periodicamente all’estremo il sovraffollamento rende, alla lunga, inutile ogni iniziativa volta ad umanizzare la pena. Al netto di ciò, tuttavia, la conversione del decreto Cancellieri sembra segnare il ritorno verso una concezione della pena, che non sia solo afflittiva ma abbia anche una funzione trattamentale importante. Spero che questo, rappresenti il primo segnale della volontà politica di risolvere definitivamente la situazione delle carceri italiane».