Il diritto negato: sono nato in Italia, parlo italiano, studio la storia italiana… ma non sono italiano

Io penso che non c’è nessun interesse “politico” superiore a quello dei bambini ed il loro diritto alla vita. I nostri bambini nati in Italia, fanno continuamente domande ed hanno diritto di essere ascoltati e diritto ad avere risposte comprensibili.

Questo a volte non è possibile perché diventa estremamente difficile spiegare ad una bambina, nata a Roma nel 2003 che parla perfettamente italiano, frequenta la scuola italiana e studia storia e geografia italiana, con ottimo profitto, che «non è Italiana».

Bene, questa è mia figlia, la sua città di residenza è Rieti. Tutte le sue amiche, sono di Rieti; ma se dovesse fare una gita scolastica all’estero, avrebbe grossi problemi per andarci, a differenza di suoi compagni di scuola. Mai potrebbe capirne il perché!

I problemi cresceranno con Lei, sempre di più  fino a diventare veramente straniera nella sua Patria, “L’Italia”. Per lei c’è solo una “carta di soggiorno” che le permette di rimanere dove è nata, i suoi diritti sono invece limitati e un giorno potrebbe anche essere allontanata dall’Italia, senza capirne la ragione. E dove andrebbe? In una nazione in cui si sentirebbe straniera, dove non conosce la lingua, né i costumi, né avrebbe gli amici con cui è cresciuta e con i quali ha condiviso tanti momenti importanti.

Prossimamente a scuola avrà l’obbligo di imparare l’inno italiano, ma i bambini nati in Italia da genitori stranieri, sono ancora invisibili. Canteranno l’inno come tutti gli altri, ma non sapranno perché sono considerati di un altro mondo.

Questa non è cultura del terzo millennio, ma solo cultura medievale.

Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare quanto prima la questione della “cittadinanza” ai figli di immigrati; negarla è un’autentica follia. Anche il nostro Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano lo ha ribadito!

E per chiudere lo ripeto: «non ci può essere nessun interesse politico, superiore al diritto alla vita dei bambini».