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I taleban oscurano le donne

Vietato esibire foto o immagini femminili a Kabul. Le donne «scompaiono» così da vetrine e cartelli. La denuncia di Reporter senza Frontiere: «La crisi economica sta uccidendo l'informazione»

Non solo velate. Ma oscurate. Cancellate. Bandite dai luoghi pubblici. Niente immagini o fotografie di donne per le strade di Kabul. Negozi, insegne e cartelli non potranno più esibire volti di donne. A stabilirlo un’ordinanza della capitale, come ha fatto sapere Nematullah Barakzai, uno dei portavoce dei taleban. Un altro passo verso la cancellazione delle conquiste, se pure parziali, che le donne afghane avevano strappato negli ultimi anni, quelli della “latitanza” dei taleban.

«Queste sono restrizioni al diritto al lavoro delle donne, ora abbiamo paura che ci chiudano il centro nei prossimi giorni, ma davvero non si capisce che vantaggio tragga il governo dal vietare foto di donne», ha dichiarato ai media afghani Shayesta Safi, una truccatrice che con la propria attività provvede a una famiglia composta da dieci persone.

Ma non basta. Nel Paese anche l’informazione sta morendo. Non solo per l’ostruzione dei taleban. Ma anche per asfissia, strangolata dalla crisi economica. La denuncia arriva dall’Unione dei giornalisti indipendenti afghani insieme a Reporter senza Frontiere (Rsf). Dal mese di agosto, il 40 per cento dei media afghani ha chiuso, mentre l’80 per cento delle giornaliste donne e il 60 per cento del totale degli operatori del settore sono rimasti disoccupati. «Da quando i taleban sono tornati al potere 231 media hanno chiuso, siamo passati da 543 a 312, circa 6.400 giornalisti hanno perso il lavoro, il 60% del totale. Una situazione che ha colpito in particolare le giornaliste donne, quattro su cinque delle quali sono disoccupate, circa l’84 per cento».

Una moria. Che rischia di cancellare ciò che rimane dell’informazione dal Paese. «Prima di agosto c’erano 10 media nella zona di Parwan, ora sono in 3 a lavorare, a Herat, terza città del Paese, siamo passati da 53 a 18 media, nella provincia di Kabul i media attivi sono diminuiti del 51%, dei 148 che pubblicavano prima di agosto ora sono 72 rimasti attivi. Siamo all’interno di una spirale che può portare alla sparizione dei media in Afghanistan», ha spiegato Reza Moini, responsabile Rsf per Iran e Afghanistan. Una speranza potrebbe arrivare dalla comunità internazionale. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato ieri all’unanimità una risoluzione per facilitare gli aiuti umanitari al Paese. Persino i taleban ringraziano.

da avvenire.it