“È stato osservato che la spontaneità e l’autenticità di gesti e parole spiegano in gran parte l’attenzione e il consenso suscitati da Papa Francesco in ambienti anche molto diversi tra loro. Il fenomeno si registra soprattutto nei viaggi internazionali, che da oltre mezzo secolo sono divenuti una forma di esercizio sempre più importante del servizio papale. Tutto questo si è registrato anche nell’itinerario polacco, di cui il Pontefice ha tracciato un primo veloce bilancio nel colloquio con i giornalisti durante il volo di ritorno da Cracovia. In una nazione e tra gente per le quali Bergoglio ha usato quattro aggettivi: bella, entusiasta, nobile, buona”. Lo scrive il direttore de L’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, in un editoriale del numero in uscita, parlando della Gmg appena conclusa. “A colpire positivamente, e non solo i media, sono state soprattutto le parole del Papa – osserva Vian -: dalle meditazioni durante le celebrazioni ai dialoghi, in parte improvvisati e straordinariamente vivaci, con i giovani riuniti per la giornata mondiale, fino ai colloqui con i giornalisti in aereo. Su temi di stringente attualità, tra i quali spicca senz’altro la conferma della linea di netto rifiuto dell’imbarbarimento terrorista e della sua assimilazione a una religione, interpretazione negativa e obiettivamente infondata”.
Del rapporto del Papa con i giovani Vian scrive: “I dialoghi vivacissimi con le ragazze e i ragazzi arrivati a Cracovia spiegano le preoccupazioni del Pontefice e il suo elogio dell’inquietudine dei giovani. Inquietudine esistenziale e spirituale vissuta da Bergoglio in prima persona, come diverse volte ha raccontato. E che il giovane gesuita argentino deve avere poi ritrovato nel ‘Racconto del pellegrino’, titolo con cui da quasi un secolo è nota la scarna e appassionante autobiografia dettata ad alcuni compagni da Ignazio di Loyola”.