Incontri

Gli studenti del Luigi di Savoia discutono di inclusione sociale con Domenico Di Cesare

Si è svolto il primo febbraio all’Auditorium Varrone un incontro tra gli studenti dell’istituto Luigi di Savoia e Domenico di Cesare, autore del libro “Migranti”: un'occasione di confronto su tematiche sociali e culturali.

Si è svolto il primo febbraio all’Auditorium Varrone un incontro tra gli studenti dell’istituto Luigi di Savoia e Domenico di Cesare, autore del libro “Migranti”, edito da Castelvecchi. L’iniziativa, inserita nel quadro degli eventi volti alla promozione verso la lettura nella scuola, è stato anche un momento di confronto per gli alunni con tematiche sociali e culturali.

L’evento è stato organizzato dall’istituto Luigi di Savoia e ha visto la partecipazione di Gabriella Stramaccioni, garante dei detenuti di Roma Capitale, e di Antonella Liorni, responsabile del progetto Sprar gestito della Caritas diocesana di Rieti.

A moderare l’incontro il dirigente scolastico Maria Rita Pitoni. Nel corso della mattinata i ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi e dialogare con l’autore circa le tredici toccanti testimonianze raccolte nel libro, voci di donne e uomini che raccontano le loro vicende di richiedenti asilo: pagine scritte con l’intento di trasmettere l’idea che ogni essere umano in difficoltà ha diritto a dignità ed accoglienza al di là del colore della pelle e del credo religioso.

Nel corso della mattinata, Gabriella Stramaccioni ha illustrato le iniziative promosse per l’umanizzazione della pena detentiva e per la creazione di opportunità di partecipazione alla vita civile.

La garante Capitale Gabriella Stramaccioni ha spiegato ai ragazzi perché troviamo tanti cittadini stranieri nelle carceri e la motivazione: per il fatto che a loro non vengono applicate le misure alternative e non perché gli stranieri commettano meno reati.

Una parte fondamentale dell’incontro, quella dedicata al progetto Sprar. Antonella Liorni ha spiegato come la figura del migrante sia una risorsa importante per Rieti e per la sua economia a vocazione agricola. Antonella ha inoltre sottolineato l’importanza del loro lavoro anche nelle zone terremotate, dove soprattutto dopo il tragico evento le aziende già in difficoltà hanno potuto riprendere l’attività di produzione proprio grazie alla manodopera e alla disponibilità di questi ragazzi riattivando l’economia del luogo.

Ma sono tanti i campi d’azione in cui opera il progetto, poichè l’integrazione non passa solo dal lavoro ma anche e soprattutto attraverso una rete di relazioni umane. Di conseguenza, sono stati attivati molti servizi rivolti alla cittadinanza che mirano a creare luoghi d’incontro tra i rifugiati e la cittadinanza: la ciclofficina, la biblioteca sociale e il laboratorio di canto sono solo alcuni riusciti esempi di sinergia e collaborazione.