Azione Cattolica

Giovani di Azione Cattolica in trasferta a Montefalco per un momento di crescita e di formazione

Due giornate e mezza presso le Sorgenti del Clitunno per i giovani di Azione Cattolica, per vivere una esperienza di crescita e di formazione

Non è stato di certo il Covid-19 a fermare la voglia dei giovani di Azione Cattolica di formarsi e di condividere, questa volta dal vivo, in presenza, un momento di crescita e di formazione, arrivando fino in terra umbra, a Montefalco, grazie all’intuizione dei due vice-presidenti diocesani Chiara Puri, della parrocchia di Sant’Agostino, e Irene Cava, del Centro storico.

La preziosa presenza di Silvia Di Donna, già presidente dell’Associazione, la persona di Andrea Pavani, già educatore dei giovani del Centro storico, gruppo diocesano, ma soprattutto la presenza costante e molto più che fruttuosa dell’assistente spirituale del settore Giovani, don Casimiro Panek, parroco di Santa Maria Madre della Chiesa in Rieti, unitamente alla solare suor Valentina, sono alcuni degli ingredienti fondamentali per una giovane Chiesa che si vuole trovare pronta alle nuove sfide che il post-pandemia sta per produrre.

Iniziando il percorso di queste due giornate e mezza presso le Sorgenti del Clitunno, i giovani si sono interrogati circa il valore della chiamata ad essere figli di Dio, la quale imprime in ciascuno la natura di fratello, di prossimo e di custode del Creato e dell’altro, in quanto vita donata, vita creata.

La meditazione della sera, con un piccolo rito del lucernario, ha voluto, poi, sottolineare quanto sia bella, buona e gratificante all’anima, la formazione e la crescita spirituale, proprio come dono che irrora la relazione dell’altro e come essenza primaria di quell’afflato dello Spirito di dolcezza, di ascolto, di fedeltà e di fortezza, grazie al quale si realizza il vero banchetto delle nozze dell’Agnello.

Una Chiesa in uscita, una Chiesa in ascolto dei commensali è il tema affrontato nella seconda giornata, densa di un ricco dibattito, il quale ha trovato la sua essenza soprattutto nel documento finale del Quinto Convegno Ecclesiale Nazionale, in uno stralcio del saggio “Il Contagio perché”, in un articolo di ispirazione biologico-scientifico, ed, ovviamente, sul celebre passo delle opere di Misericordia.

Un interessante discussione ne è nata, volendo mettere in risalto l’incapacità di molti giovani nel poter interrogarsi ed interrogare la vita, a partire dalla suggestione di Luigi Alici in “Vita da Sterile”: «Non si possono porre domande alla morte, quando non si è più capaci di porre domande alla vita».

Tutto confermato dalla vita della grande santa agostiniana, Chiara della Croce di Montefalco, abilmente presentata ai giovani grazie all’incontro con la giovane monaca di clausura Madre Ilaria del convento di Santa Chiara in Montefalco.

Un dibattito sulla crisi e sul suo valore, come provocato da Dario De Carolis, educatore AC presso la parrocchia di San Francesco Nuovo in Rieti hanno avviato alla veglia della sera.

E dopo un sonno ristoratore, i giovani di AC si sono mossi alla volta della Comunità dei Frati Minori Custodi della Terra Santa, approfondendo il fulcro della celebrazione eucaristica come fonte e culmine della vita cristiana, analizzando il proprio stile di preghiera.

Una celebrazione eucaristica privata presso la cappella ove morì santa Chiara della Croce di Montefalco, presieduta dall’assistente diocesano, ha confermato quanto poc’anzi era stato ri-scoperto.

Al termine della terza giornata, i giovani si sono commossi insieme a Suor Valentina, nel ricordo della sua vocazione, comprendendo quale sia la forza della vocazione alla santità e l’enorme pathos che riveste la chiamata per un cristiano.