Italia

Giornata per le vittime Covid. Draghi a Bergamo: «Lo Stato c’è e ci sarà»

Il premier: mai più i più fragili saranno lasciati senza protezione, Bergamo vuole rialzare la testa e così tutti gli italiani

“Vorrei che mi sentiste vicino, nella tristezza e nella speranza. Lo Stato c’è e ci sarà”. Lo dice il premier Mario Draghi alla cerimonia per la Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid, a Bergamo. “Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione – ha detto Draghi -. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese”.

Il premier, nel suo discorso al Parco della Trucca davanti all’ospedale Giovanni XXIII, ha parlato anche dei vaccini. “Il governo – e lo sapete bene – è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra priorità”. “La sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l’Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda. Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi”.
Corona di alloro al cimitero, un tiglio per il Bosco della Memoria

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è arrivato a Bergamo, poco prima delle 11, per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus. Il primo appuntamento è stato al Cimitero monumentale della città simbolo della prima ondata della pandemia: ad accoglierlo, tra gli altri, il sindaco Giorgio Gori e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il premier ha assistito alla deposizione di una corona d’alloro sulla stele dedicata alle vittime. Nel corso della cerimonia è stata letta una poesia di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – Arsenale della pace, incisa sulla lapide ed è stato suonato il Silenzio. Il premier ha poi posato una mano sul tricolore della corona depositata in ricordo delle vittime della pandemia.

Draghi si è poi spostato al Parco della Trucca, davanti all’ospedale Giovanni XXIII, per l’inaugurazione del Bosco della Memoria, con la cerimonia per la messa a dimora dei primi 100 alberi. Sono state le note della tromba di Paolo Fresu il primo suono dopo il minuto di silenzio. Presenti anche i sindaci di Nembro e Alzano, due dei paesi più colpiti dall’epidemia, oltre a esponenti del mondo sanitario, vescovo e prefetto. Il presidente del Consiglio pianta un tiglio, albero simbolo della longevità, proveniente dal comune di Biccari, piccolo borgo in provincia di Foggia.
Il 18 marzo 2020 la fila dei camion militari carichi di bare

La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus cadrà ogni anno il 18 marzo. Il via libera definitivo al disegno di legge che ne sancisce l’istituzione è arrivato ieri in commissione Affari costituzionali del Senato in sede deliberante all’unanimità. Oggi la promulgazione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Bandiere a mezz’asta in tutti gli uffici pubblici. È stata scelta questa data, perché il 18 marzo dell’anno scorso sono passate alla storia le immagini di oltre una decina di camion dell’esercito che uscivano dal cimitero monumentale e attraversavano di sera Bergamo, città martoriata dal coronavirus nella prima ondata della pandemia. I mezzi portavano oltre 60 salme delle vittime della Bergamasca a Varese, Modena, Piacenza, Parma, Rimini e in altre città per la cremazione, perché il forno crematorio orobico era al collasso. A metà marzo del 2020, si sono registrati circa 300 morti di positivi al Covid-19 in una settimana nella sola provincia di Bergamo. La città è stata la più colpita dalla prima ondata, con oltre 3.400 vittime ufficiali anche se quelle stimate sono circa 6000.

da avvenire.it