Giornata del Ricordo, Trancassini: «ricostruire senso di identità»

Oggi, 10 febbraio si commemorerà il Giorno del Ricordo, nella memoria dei martiri italiani trucidati nelle foibe dai comunisti titini. Un’ondata di violenza che esplose subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, quando prima i partigiani slavi, poi le truppe del maresciallo Tito, torturarono, massacrarono, affamarono e poi gettarono nelle foibe migliaia di italiani. A cadere dentro le foibe furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Ma quello delle foibe è un dramma nel dramma in quanto alla tragedia è seguita anche un’”operazione culturale” di cancellazione della memoria degli oltre 350mila esuli giuliano dalmati, che per una certa ideologia post-bellica furono considerati “relitti repubblichini”, mentre la “parte giusta” era quella dei partigiani jugoslavi. Parlare di “identità nazionale” era considerato “fascista”. Meglio tacere. Nasce da qui il grande inganno della storiografia ufficiale.

E così le vicende di questi italiani sono sparite dalla memoria, dai libri di scuola; al massimo si parla di cessione di territori “abitati da prevalente popolazione slava” senza mai fare riferimento alla pulizia etnica delle foibe. Un atteggiamento forse inevitabile visto che, come recitava il “Parere sull’importanza dell’insegnamento della Storia e del ruolo del docente” scritto dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione nel settembre del 1960, “la trattazione dei fatti contemporanei dovrà essere svolta ai fini di apologia democratica, pacifista, antifascista”. In questo quadro le vittime dei partigiani titini, ovviamente, non avevano cittadinanza.

Noi di Fratelli d’ Italia – spiega Trancassini – ricordiamo i nostri fratelli uccisi, torturati e cacciati dalle proprie case solo perché italiani, lo facciamo pubblicamente e lo facciamo nelle amministrazioni che governiamo in provincia di Rieti e in tutta Italia con iniziative culturali che speriamo contribuiscano a ricostruire quel senso di identità e appartenenza nazionale da troppo tempo trascurato e sbeffeggiato da tanti politici che non lavorano nell’ interesse del paese.