Francesco nelle Filippine: il sorriso degli “scarti”

Sarà il clima, o l’allegria di questo popolo, ma Papa Francesco sembra davvero sentirsi a casa, circondato dall’affetto dei filippini. Così quando nella cattedrale di Manila, nell’omelia, legge le parole che Gesù rivolge a Pietro – “mi ami?” – e sente il “sì” sincero di sacerdoti, suore e seminaristi, con grande naturalezza e un sorriso trascinante, risponde: “Grazie molte. Ma è il Vangelo del giorno”.
Trascina il sorriso di Francesco, in questa nazione che, nonostante ferite, problemi, difficoltà, non fa mai mancare un sorriso.

Ed è lo stesso sorriso che abbiamo visto sul volto dei ragazzi di strada, una parte dei 320 che la fondazione Tnk, fondata nel 1988 da un gesuita francese, accoglie nelle sue case. Una visita non prevista nel programma ufficiale ma voluta proprio dal Papa che ha letto le lettere inviategli dai ragazzi e portate dall’arcivescovo di Manila Luis Antonio Tagle. Lo accolgono con l’allegria che è propria dei ragazzi. Gli consegnano dei doni, una Madonna in legno, una foto del Santissimo Sacramento esposto in una discarica per un’adorazione eucaristica con le persone che raccolgono i rifiuti. E poi si concede all’euforia di questi giovani, vittime di quella cultura dello scarto che il Papa ha più volte condannato. Ma per lui, questi ragazzi sono tutt’altro che da scartare. Sono soli, abbandonati, accolti perché la società li rifiuta e il Papa dice loro: “Il Signore non dimentica nessuno”.