Filcams Cgil: Risorse Sabine diventi strumento per servizi

Risorse Sabine, sciopero. 9 luglio 2013. Foto di Massimo Renzi

Enrico Turchi della Filcams Cgil Rieti riporta le impressioni del sindacato dopo l’incontro convocato da Risorse Sabine con le OO.SS. avente all’ordine del giorno la proroga della cassa integrazione.

“La posizione da noi espressa – scrive Turchi – è che da mesi aspettiamo (da ultimo, il 27 dicembre abbiamo chiesto a questo scopo l’intervento del Prefetto) una risposta da Risorse Sabine, Provincia e Regione alla ns richiesta di un incontro tra tutti questi soggetti e le OO.SS. al fine di definire il quadro di contratti di servizio e l’attribuzione di lavori che consentano a tutti i lavoratori di Risorse Sabine, compresi i 22 lavoratori il cui contratto a termine è scaduto a dicembre, di uscire dalla crisi e dalla CIG.

La Filcams Cgil ribadisce altresì che non è possibile continuare, da parte di Risorse Sabine, Provincia e Regione, a parlare esclusivamente di ricorso agli ammortizzatori sociali, bensì occorre che Provincia e Regione facciano della società in house Risorse Sabine quello che era previsto al momento della sua costituzione ovvero lo strumento indispensabile per dare servizi e manutenzione alle strutture (impianti, percorsi turistici, Terminillo ecc.) per la cittadinanza e per il territorio. Per fare questo necessita che la Regione Lazio in primis, che finora si è completamente sottratta al confronto sindacale, faccia la sua parte e che si giunga dopo mesi di ricorso alla CIG e il mancato rinnovo di 22 contratti a termine, a porre fine al calvario dei lavoratori di Risorse Sabine definendo un progetto complessivo di contratti di servizio e di progetti al servizio della città e della provincia di Rieti”.

L’incontro è terminato con l’impegno di Risorse Sabine a presentare alle OO.SS. entro pochi giorni un quadro definito di contratti di servizio da parte della Provincia.

“La questione del pagamento della tredicesima e degli stipendi di dicembre – prosegue Turchi – è emblematica della lontananza rispetto ai problemi dei lavoratori: Risorse Sabine ha infatti comunicato che il milione e quattrocento mila euro che dalla regione doveva arrivare alla provincia (a dicembre) e garantire stipendio e 13à ai lavoratori di Risorse Sabine, è ancora a Roma. Di fronte alla situazione di cui sopra prosegue lo stato di agitazione che, se non arriveranno le risposte dovute, si tramuterà in nuove manifestazioni pubbliche, azioni di lotta e ricorso alle vertenze (per quanto riguarda il mancato pagamento della tredicesima)”.