Dopo il danno la tassa: l’IMU agricola colpisce a tradimento gli olivicoltori reduci da un “annus horribilis”

Forse mai come negli ultimi mesi in Italia si è parlato di olivicoltura.

Purtroppo non per mettere in luce l’enorme importanza economica, sociale ed ambientale che questa pratica riveste da sempre nel nostro Paese – secondo produttore mondiale di olio extra vergine in termini di quantità, primo in termini di qualità – ma a causa delle condizioni critiche nelle quali versa il comparto dopo la campagna produttiva dello scorso anno, funestata dal clima e dai parassiti.

Sarebbe stato lecito aspettarsi che un tale disastro suscitasse la benevolenza e l’attenzione delle Istituzioni, o che – almeno – facesse ritenere inopportuni tutti i provvedimenti che, a vario titolo, potessero recare ulteriore danno alle aziende del settore. Invece, dall’illusione di poter ottenere rimborsi per calamità naturale in olivicoltura si è passati prima alla TASI sugli immobili agricoli e poi all’IMU sui terreni.

Per quanto riguarda la Sabina DOP, secondo i parametri IMU 2014, gran parte dell’areale di produzione era classificato  come parzialmente montano, pertanto la tassa colpiva solo gli agricoltori non iscritti all’INPS e risultavano esenti anche i proprietari di terreni condotti da aziende agricole il cui amministratore fosse Coltivatore diretto o  IAP.  Dal 2015 però, il parametro di classificazione è stato rivisto e nell’ambito dell’areale Sabina DOP sono ben 17 i Comuni declassificati (non più ritenuti parzialmente montani) che non beneficeranno dell’esenzione. In particolare si tratta dei territori di Cantalupo in Sabina, Castelnuovo di Farfa, Collevecchio, Fara in Sabina, Forano, Frasso Sabino, Magliano Sabina,  Montopoli di Sabina, Poggio Nativo, Poggio S.Lorenzo, Selci, Stimigliano, Tarano, Toffia (in provincia di Rieti), Montelibretti, Moricone, Nerola (in provincia di Roma).

Stimiamo che saranno colpiti da una tassa iniqua oltre l’80% dei produttori certificati Sabina DOP.

Un esempio dell’ingiustizia praticata a danno degli olivicoltori:  il Comune di Rieti, che nel 2014 non era ritenuto parzialmente montano e pagava la tassa, adesso, includendo il Monte Terminillo nella media altimetrica, risulta esente e non paga più.

L’IMU agricola applicata in base ai nuovi criteri altimetrici definiti dal Governo, pur se aumenta il numero di Comuni che beneficeranno dell’esenzione totale, colpisce moltissimi coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali del settore olivicolo, le cui aziende ovviamente si trovano quasi al 100% in territori di media e bassa collina, tassando i terreni dai quali traggono il loro reddito alla stregua di seconde case.

Tale imposizione” – sottolinea il Presidente Stefano Petrucci –  “cade su un bene strumentale all’attività agricola quale è il terreno e risulta quindi iniqua e fortemente penalizzante, sopratutto per le imprese olivicole, che rappresentano da sempre un presidio ambientale e sociale prezioso per le aree, spesso veramente difficili, in cui operano.”

Per questo motivo il Consorzio Sabina DOP chiede alle amministrazioni comunali dei Comuni interessati dal pagamento dell’IMU agricola di esonerare dal pagamento della tassa chi di agricoltura vive e lavora con grande sacrificio e abnegazione, svolgendo un’attività da cui trae beneficio indiretto l’intero territorio, indipendentemente dalle altimetrie o dalle classificazioni ISTAT.

Da chi amministra da vicino il nostro territorio e vive quotidianamente a contatto con le difficoltà delle aziende agricole” – prosegue Petrucci – “sappiamo di poterci aspettare una sensibilità particolarmente acuta nei confronti di questi problemi; i Comuni di Fara in Sabina e Montopoli di Sabina, ad esempio, hanno già mostrato di avere a cuore il problema degli olivicoltori, sia  inviando due lettere pubbliche ai deputati sabini Oreste Pastorelli e Fabio Melilli per chiedere intervenire in Parlamento e presso gli organi di Governo, sia rendendosi disponibili a ridurre al minimo la tassa.

Le nostre speranze non possono essere riposte solo sul Governo: sono le amministrazioni locali che devono fare tutto quanto è in loro potere, ovvero ridurre al minimo questa assurda imposizione che attualmente grava per il 7.6 x 1000 mentre potrebbe essere ridotta senza problemi fino al 2 x 1000.”

Le aziende olivicole della Sabina ci contano.

(Comunicato Consorzio Sabina Dop)