Don Domenico: «Dobbiamo metterci tutti alla scuola di San Giovanni Bosco»

«Dobbiamo metterci tutti alla scuola di San Giovanni Bosco, che tanto si è speso per i ragazzi ed i giovani del suo tempo. E non è che la Torino del secondo ‘800 fosse proprio un ambiente tranquillo: noi oggi parliamo delle baby gang, ma fenomeni di criminalità e microcriminalità erano ancora più diffusi al tempo di Giovanni Bosco. Eppure questo giovane pretino non si è mai lasciato impressionale, e persino con il gioco è riuscito a mobilitare tantissimi, ad introdurre un metodo nuovo nell’educazione. Non semplicemente quello repressivo, che consiste nel sanzionare, come usa fare la nostra società, ma quello preventivo, capace di cogliere e far sbocciare le potenzialità di ciascuno».

Sono considerazioni che il vescovo Domenico ha fatto in occasione della festa di san Giovanni Bosco insieme ai fedeli dell’omonima parrocchia di Villa Reatina, domandando se «abbiamo appreso qualcosa dalla lezione di san Giovanni Bosco, e cioè se noi i problemi cerchiamo di prevenirli, di anticiparli e in qualche modo di orientarli, o se invece arriviamo solo alla fine quando si tratta ormai di sanzionarli, di giudicarli, di condannarli».