Europa

Coronavirus, l’economista Becchetti: «Nella Ue serve solidarietà contro gli shock»

Ad Assisi si sarebbe dovuto tenere Economy of Francesco, ma i temi dell'incontro rimangoni attualissimi. «L'economia civile offre tutte le ricette per affrontare le sfide globali - dice Becchetti - più che debito pubblico ora per l'Europa servono i Coronavirusbond»

Si sarebbe dovuto tenere ieri “Economy of  Francesco”, il grande appuntamento previsto da Assisi tra economisti, imprenditori, giovani, esponenti della Chiesa per discutere di un approccio più sostenibile alla finanza e all’economia. L’incontro poi è stato annullato per il Coronavirus. Ma il tema rimane attualissimo, considerato che il tracollo dell’economia di questi giorni rischia di creare una moltitudine di nuovi poveri. Oggi il Consiglio Europeo dovrà affrontate il tema dei Coronavirusbond per sostenere la ripresa. Per l’economista Leonardo Becchetti, tra i relatori di Assisi, fare nuovo debito pubblico “non è la via migliore. Chiaramente libera tutti dalla possibilità di fare politiche fiscali espansive in base a quanto dato dall’Europa. Però per un paese ad alto debito come l’Italia vorrebbe dire in futuro una enorme spesa di interessi in più”:

E allora che cosa si può fare?

R. – Ho proposto tre alternative: una è l’elicopter drop of money, soldi che la Banca centrale mette direttamente sul conto di cittadini e imprese; poi c’è l’acquisto di titoli da parte della Banca Centrale dell’extradebito prodotto dalla crisi; e infine la possibilità dell’emissione di Coronavirusbond da parte dell’Unione Europea.

Quindi non ha ancora senso la sfida tra chi vuole il rigore e no in questo momento in Europa

R. – Sì. Il problema è che ci sono alcuni paesi che continuano ad essere un po’ rigidi. Essi sfruttano il fatto che hanno debiti pubblici contenuti, e quindi, la possibilità di fare le politiche fiscali espansive senza avere troppe conseguenze nel lungo periodo, per loro c’è.