«È giusto ammettere oggi, che se non ci fosse stata la Chiesa in Italia, non ci sarebbe stata l’arte di cui l’Italia è ricchissima».
Ha esordito Piero D’Orazi, all’ultimo degli incontri organizzati all’Auditorium dei Poveri dal Fai di Rieti in collaborazione con «Frontiera» su “Percezione consapevole di ambienti e spazi significativi”.
«Ogni nostra città – ha sottolineato l’architetto – è improntata da più campanili, riconosciamo le città dai campanili. E le nostre piazze sono nate in funzione di una chiesa. La maggior parte del patrimonio artistico italiano è conservato dalla Chiesa. La cultura italiana è stata conservata dalla Chiesa nei momenti più difficili».
«Oggi – ha aggiunto D’Orazi – io mi sento di ringraziarla individualmente. Ho sempre creduto che i valori in grado di salvaguardare il paesaggio, la storia e l’arte potessero essere più laici che religiosi. Oggi devo ammettere di aver avuto una falsa idea della situazione. Me ne sono reso conto proprio in questa occasione: prima di tutto per la generosità e l’interesse con cui la Chiesa ci ha ospitato. Un interesse che non riscontriamo nelle altre realtà».
«Abbiamo fatto quattro incontri. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato. Proprio sulla loro capacità di apprezzare questo sforzo si fonda la speranza che nel futuro le analisi che abbiamo fatto abbiano un esito concreto» ha detto ancora D’Orazi: «Questo ciclo di appuntamenti va inteso anche come momento propedeutico ad una giornata si studi conclusiva che si svolgerà il 28 settembre».