«La mia libertà finisce dove inizia la vostra» diceva Martin Luther King. Oggi la parola “libertà” è stata uccisa, violentata, bistrattata, calpestata per lasciare il posto alle sue nemiche più agguerrite: la prepotenza e l’inciviltà.
E chi in questa libertà ancora crede, la vede cadere ogni giorno sotto i colpi cinici e indifferenti di quanti non capiscono che libertà non significa poter calpestare i diritti degli altri. Anche i più semplici.
Libertà non è cancellare ed infrangere le regole. Quella non è libertà. E’ solo un colpo in più che si conficca in quel futuro che ognuno dovrebbe scrivere per i propri figli. E anche la nostra società, anche quella cittadina, che ogni giorno viviamo, assiste e purtroppo partecipa anche al massacro della libertà. E il tutto sotto gli occhi impietosi di un “potere” ormai stanco che con vuole o non può, non si sa quale tra le due sia la peggiore, tendere una mano ad una libertà agonizzante.
E dall’altra parte c’è qualcuno, molti, che cercano di tamponare le ferite, quel sangue caldo che ogni colpo in più fa zampillare. Rabbia, dolore, impotenza di fronte a mani così fredde e precise che ogni giorno cercano di annullare quella che forse è una delle parole, delle idee più belle che il genere umano abbia scoperto.
Libertà. Troppa ignoranza, troppa indifferenza, hanno portato a capovolgere il significato di questa parola che viene ormai abusata per appropriarsi di “spazi” comuni. Perché per molti nostri concittadini è così difficile capire che libertà non è occupare un posto riservato agli invalidi utilizzando un tagliando contraffatto?
Libertà non è aggredire verbalmente una madre che ti fa capire come sia ingiusto parcheggiare sulle strisce pedonali dove ogni mattina suo figlio deve passare per raggiungere la scuola in sicurezza. E non è libertà attraversare la strada con il rosso in un semaforo a chiamata pedonale.
Libertà non è utilizzare le strade ed i prati cittadini come discariche personali. Libertà non è nemmeno gettare a terra una carta e fare spallucce. E libertà non è rispondere a chi vorrebbe una città migliore che va bene così, perché ce ne sono di peggio. E non è libertà sporcare e deturpare beni comuni perché “ci stiamo annoiando”. Libertà non è quando un’auto di chi dovrebbe far rispettare le regole viene parcheggiata su un marciapiede perché si deve andare a fare colazione.
Ognuno vuole la sua libertà, la vogliono tutti, anche chi governa questa città. La vuole per poter dire che va tutto bene, per commentare e criticare il lavoro degli altri. Per far credere ai cittadini che va tutto bene, quando proprio così non è.
Quante “libertà” sono state uccise da quando Martin Luther King pronunciò la sua frase. Ma, c’è un ma. Un grande ma. Un ma che ti fa guardare avanti nonostante tutto. La libertà può essere pugnalata, uccisa, malmenata. Ma, eccolo il ma, alla fine rinasce sempre. Nonostante tutto. Nonostante l’inciviltà, la prepotenza, l’ignoranza. Perché la libertà ha dalla sua tanta gente, tanti cittadini, tanti reatini che sentono ancora il buon sapore, quello vero, di questa parola.