Cinema: don Milani (Cnvf), nessuna “censura”. “Il nostro è un servizio positivo”

“Abbiamo avviato un percorso per far sì che la Commissione sia al passo con i cambiamenti del settore cinematografico e audiovisivo. L’obiettivo è rendere il nostro servizio più dinamico, adatto ai tempi e meno meccanico”. È quanto afferma al Sir don Davide Milani, presidente della Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) della Conferenza episcopale italiana, circa il progetto di revisione e rilancio di questo organismo. “Bisogna sgombrare il campo, una volta per tutte, da un equivoco di fondo: non si tratta di censura”, puntualizza don Milani, che spiega: “Il nostro è un compito positivo, è un servizio reso alle famiglie, alle comunità cristiane, ma anche al mondo della cultura in generale”. La Cnvf, composta da 18 commissari, opera secondo “un punto di vista ben preciso – quello cattolico”, illustra il presidente, “senza pregiudizi e preconcetti, guarda le opere, le legge, le analizza, a partire dall’esperienza condivisa di chi conosce il cinema”. Inoltre “non siamo preoccupati di far entrare l’espressione artistica altrui in una griglia precostituita, ma ci lasciamo provocare da questa, cercando di restituire le nostre sensazioni in un giudizio che poi verrà utilizzato da parrocchie, sale della comunità, singoli, docenti, associazioni”. L’obiettivo ultimo è “accompagnare lo spettatore per essere fruitore consapevole di un linguaggio comunicativo ben preciso – il film -, che risponde ai suoi codici”, prosegue don Milani che sottolinea: “Noi ci mettiamo l’identità e questo fa la differenza”. Per il futuro, conclude, “stiamo pensando di proporre anche ai media laici le nostre valutazioni dei film”.