Centro Rigliani: Age dal Prefetto per la gestione dei Servizi Sociali

Comune di Rieti

A seguito di formale esposto in merito «agli ormai troppi rilievi che da molte parti sono stati evidenziati in relazione alla gestione dei Servizi Sociali del Comune di Rieti», con particolare riferimento alla mancato rispetto dei livelli occupazionali del Rigliani di Greccio, il 27 febbraio una delegazione dell’Age Rieti, associazione genitori guidata dalla presidente Stefania Saccone, è stata ricevuta in Prefettura dal Prefetto Chiara Marolla per valutare «come riportare un minimo di tranquillità in un settore così importante per le famiglie ed in particolare per quelle più fragili».

«Durante l’incontro, che si è svolto in un clima di grande serenità – spiegano dall’associazione – si è sviluppato uno scambio di vedute ed informazioni specifiche sul tema, perché l’associazione ritiene che sia grave constatare come, dall’insediamento della nuova Giunta, non vi sia stata una sola operazione dell’Assessorato delle politiche sociali che non abbia destato perplessità, interrogazioni, rilievi di carattere formale e sostanziale circa le modalità amministrative, nonché per le caratteristiche e finalità degli atti stessi, spesso in contraddizione con i più elementari principi di solidarietà con utenti, famiglie ed operatori».

La discussione in Prefettura «ha toccato anche il tema controverso della necessità della certezza del diritto che viene compromessa da questo clima di incertezza formale e sostanziale. Ma il senso di una analisi compiuta evidenzia come il Comune, in tutte le sue espressioni ufficiali ed amministrative, tende a separare in modo artificiale quelle che sono vere e proprie ‘comunità’ formative e terapeutiche, caratterizzate dalla stretta compartecipazione tra famiglie, utenti e operatori mentre, come si è verificato al Rigliani, il Comune divide i destini degli operatori da quello degli altri componenti la ‘comunità’, lasciando per strada gli operatori che per oltre dieci anni hanno assistito quelle famiglie, alcune con casi davvero gravi di disabilità adulta, per incapacità dell’amministrazione. In questo senso anche le famiglie si trovano a dover accettare fatti compiuti, con un assessore che insiste a voler parlare a loro nome».

Secondo Age Rieti, «Il ‘divide et impera’ che l’Assessorato applica, tra le famiglie e gli operatori licenziati senza motivo e mortificati nella loro professionalità è un fatto che non sta avvenendo soltanto nella vicenda del Rigliani, che è contrario ad ogni principio tecnico e pedagogico, nonché di buon senso genitoriale, perché è troppo evidente che la continuità nei processi evolutivi e formativi è un elemento fondamentale del setting terapeutico, che non può essere dismesso a piacere come un servizio ‘usa e getta’».

«Inoltre – proseguono dall’associazione – nell’incontro è emerso che per diversi aspetti il Comune di Rieti pare non riuscire a far rispettare il capitolato di gara alla ditta aggiudicataria, la quale ha dichiarato apertis verbis ai giornali che non ha nessuna intenzione di mantenere i livelli occupazionali, consistenti nei tre operatori con oltre dieci anni di anzianità rimasti disoccupati all’improvviso e senza giusta causa, mentre il Comune di Rieti malgrado questa grave omissione non pare intenzionato a revocare l’affidamento, cosa che sarebbe dovuta avvenire immediatamente. Sono state analizzate anche altre fattispecie di operazioni dell’Assessorato in questione, che appaiono poco trasparenti e oggetto di interrogazioni ed articoli di stampa dei Consiglieri Comunali. Infine, il Prefetto si è dimostrato assai sensibile al tema della solidarietà e trasparenza di cui alle lamentele dell’Age, impegnandosi a promuovere una immediata mediazione e conciliazione sulla materia della perdita dei posti di lavoro del Rigliani, in accordo con le operatrici, il sindacato, il Comune e le ditte affidatarie onde ricercare, anche in senso più generale, un clima di fiducia e di serenità per il settore delle politiche sociali».

«Ad oggi – insistono dall’Age – per il trasporto degli utenti si rileva ancora una volta in quale caos amministrativo siamo ormai avviluppati. Qui la cosa si fa più seria: infatti l’Age ha visionato alcuni documenti dai quali si evince un falso atto pubblico, la cui ragione può essere certamente un ‘errore’ degli uffici, ma guarda caso proprio sul trasporto dei pazienti che è una delle voci economicamente fondamentali dell’appalto. Infatti esistono due versioni diverse del capitolato speciale d’appalto: una digitale utilizzata a Dicembre per la gara, firmata dalla responsabile del procedimento; un’altra cartacea di gennaio – a gara conclusa – che è stata allegata ad una lettera ufficiale del Comune a firma della Dirigente del settore, due versioni che dicono cose molto diverse sul trattamento del trasporto degli utenti del Centro, dove al punto 25.D.E.1) nella documentazione digitale di gara viene garantito il trasporto solo per le ‘attività esterne’, e quindi non per l’accesso al servizio, mentre nella versione cartacea, utilizzata dopo l’aggiudicazione della gara per le comunicazioni istituzionali a Comuni e ASL, allo stesso punto la dicitura cambia e si presenta un ‘errore’ di battitura con l’aggiunta di un “nonché” il quale, chiaramente, fa capire che il trasporto deve essere garantito per tutte le esigenze. Qual’è la versione veritiera? È un errore degli uffici o una manipolazione ed un falso in atti d’ufficio? Qual è la versione che deve valere per gli utenti, per la ditta e per tutti? Ed infine, non sarebbe ora di finirla con questa incompetenza o falsità che provocano tanto disagio?»

A tale proposito «ed a differenza di quanto afferma il Comune sul suo sito in data 12 febbraio», l’Age ha verificato «gravi disagi di alcuni utenti, adulti con patologie gravi e situazioni familiari disagiate, che sono rimasti confinati nelle loro case per ben due mesi, in stato di totale abbandono, mentre l’aggiudicatario sosteneva di non avere alcun obbligo di trasporto. Chi ha ragione? Quale documento è valido?»

«Inoltre – spiegano dall’Age –  la data di inizio del servizio al Rigliani è stata annunciata per il 1° Marzo dal suddetto sito ufficiale, cosa che non è regolarmente avvenuta. Per quanto riguarda la collocazione del servizio nella sua sede storica ed esclusiva di Spinacceto, l’obbligatorietà è prevista dal bando in quanto trattasi di un Centro che gode di finanziamento in base a specifico progetto regionale, infrastruttura valutata adeguata dalla regione sia per gli aspetti tecnici che per la logistica, con locali sia al coperto che all’aperto».

Pertanto l’Age «auspica l’annullamento dell’affidamento della nuova gestione del Rigliani, visti i vari motivi di difficoltà incontrati sinora dalla ditta aggiudicataria e da questa dichiarati anche alla stampa, che gli impedirebbero di assolvere il dettato del capitolato, rendendo ovvia la necessaria presa d’atto da parte del Comune di Rieti che la ditta aggiudicataria non intende rispettare i termini del capitolato stesso e, quindi, dichiarare decaduto l’affidamento senza penali, ripristinando in bonis la gestione precedente del servizio nella sua sede naturale di Spinacceto».