Carcere di Rieti: per intervenire si aspetta il morto?

«Rieti – scrive in una nota il Consigliere Pd in Regione Mario Perilli – è la provincia più umiliata dalla Giunta Polverini. Ha solo ospedale, ma vanta anche l’unico carcere del Lazio -ospita 300 detenuti , il doppio della popolazione prevista- senza assistenza sanitaria 24 ore su 24. Essere detenuti a Rieti significa anche perdere il diritto alla salute. La denuncia del Garante per i detenuti Angiolo Marroni, è drammatica ed evidenzia che tutto quanto fatto dalla Polverini per le terre reatine in questi due anni era, al 90% ,propaganda. Del carcere di Rieti aveva detto ai quattro venti che si trattava di un modello, intendeva in negativo. I detenuti cosi come il personale usufruiscono del sanità a mezzo servizio nelle ore diurne che diventa nulla dalle 20 di ogni giorno. La Regione non ha mai concesso alla Asl deroghe per l’assunzione del personale necessario a garantire il diritto alla salute ai detenuti e agli stessi liberi cittadini di Rieti e provincia, come invece ha fatto per tutte le altre aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio. In questi due anni la Polverini ha portato nelle carceri del Lazio tanti cantanti ma a Rieti nemmeno un medico. Sulla vicenda è stato presentato, dalla stessa direzione Asl, anche un esposto alla Procura della Repubblica,il Garante ha coinvolto tutte le articolazioni dello Stato, ma non è stato fatto nulla. Per intervenire si aspetta il morto?»