Basta troppo silenzio

Marcela Medvedikova espone le sue opere alla Galleria Machina, presso le Officine Fondazione Varrone dal 18 maggio al 20 giugno.

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Internazionale diretta da Claudio Scorretti e Bruno Targusi intende promuovere artisti emergenti o affermati sul territorio e di presentare un panorama internazionale delle nuove tendenze dell’arte contemporanea, soprattutto per quanto riguarda i mercati emergenti. Abbiamo incontrato l’artista, slovacca di adozione, residente in Sabina.

“Basta troppo silenzio”: perchè questo titolo alla mostra?

Dopo una pausa dovuta dalla bellissima ed emozionante esperienza di mamma, con un semplice ma prepotente ” basta” ho ritrovato nuovi stimoli e forte desiderio di riprendere a dipingere rompendo il “silenzio” …

Lei è un artista autodidatta… da dove nasce la sua passione per l’arte?

Dal mio cuore, dal primo momento che mi sono trovata con una matita in mano. Ero ancora una bambina e già a quell’età ho capito la mia passione per il disegno e colori. Si sono un’autodidatta.

Dalla Slovacchia all’Italia come mai?

Semplicemente per amore.

Nelle sue tele protagoniste sono le labbra, che intrigano e stupiscono….

Le labbra, questo forte simbolo di bellezza femminile e sensualità con possibilità di metterle in mostra senza pudore o paura. Le labbra come mezzo di comunicazione verbale ed espressivo.

Da una parte ci sono i volti di donne, dall’altra gli accessori fashion, come scarpe, borse, abiti… questo rappresenta un po’ un voler separare la donna da tutto quello che di superfluo la circonda?

Non necessariamente! Anzi è quello che fa parte del suo mondo di essere donna, dei suoi desideri e piaceri…

Alle sue figlie ha trasmesso lo stesso amore per la pittura?

Sono molto fiera delle mie bambine che hanno scoperto da sole in modo molto naturale la loro predisposizione e attrazione verso il disegno. Passano ore nel creare i loro lavori con grande gusto e piacere. Ho tantissimi fogli di diverse dimensioni e illustrazioni, gelosamente conservati tra le cose più belle e preziose.

Le “sue donne” non sorridono molto, come mai?

Non è proprio così. Ho realizzato diverse opere con donne sorridenti, felici o addirittura ridenti. Ma non nego che preferisco una donna più enigmatica, riflessiva e meditativa.

Come è avvenuto il suo rilancio nel mercato internazionale. C’è quacuno che vuole ringraziare?

Prima di tutto il grazie è per la mia famiglia. Devo poi ringraziare chi c’è dietro il mio rilancio, il direttore artistico Claudio Scorretti e il direttore organizzativo Bruno Targusi.

Perché venire a visitare la sua mostra?

Perché si tratta di una scoperta del mondo femminile in un’ altra prospettiva, diversa dal solito. Dove attraverso colori ed espressioni si possono provare le proprie emozioni personali da condividere insieme.

Può darci dei riferimenti per chi volesse mettersi in contatto con lei?

Vi aspetto sul mio sito internet www.marcelart.it.