L’Azione Cattolica diocesana a Roma per festeggiare i 150 anni dell’associazione

Le giornate vissute a Roma dall’Azione Cattolica, con l’assemblea nazionale e il grande evento del 150° compleanno dell’associazione, hanno voluto evidenziare che continuità e memoria non significa nostalgia ma voglia di esserci a tutto campo valorizzando il tesoro di un’esperienza che non passa di moda.

Le radici nel passato, l’impegno in un presente che in qualche modo è già futuro. Le giornate vissute a Roma dall’Azione Cattolica, con l’assemblea nazionale e il grande evento del 150° compleanno dell’associazione, hanno voluto evidenziare che continuità e memoria non significa nostalgia ma voglia di esserci a tutto campo valorizzando il tesoro di un’esperienza che non passa di moda.

Il gesto finale è stato, al termine dell’assemblea, il seme consegnato dai bambini dell’Acr (una rappresentanza di acierrini di tutt’Italia svolgeva, come sempre, l’attività parallela all’assemblea dei delegati “grandi”) a ciascun presidente diocesano. Anche Silvia Di Donna, all’inizio del suo secondo mandato come presidente dell’Azione Cattolica di Rieti, l’ha ricevuto. E ci tiene a sottolinearne la significatività, in questo happening della maggiore associazione ecclesiale italiana che ha avuto il suo momento forte nell’incontro col Papa per festeggiare il suo secolo e mezzo di vita: lavori assembleari per i delegati e incontro dei tanti soci che hanno affollato domenica scorsa piazza San Pietro hanno avuto come filo conduttore il senso di speranza e di futuro che attende l’impegno associativo.

“Fare nuove tutte le cose. Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale”, lo slogan della 16esima assemblea nazionale. E “Futuro presente” quello per la festa del 150°. La memoria di un glorioso passato non vuol essere infatti una retrospettiva, ma uno stimolo per accettare la sfida del futuro. E il gesto del seme consegnato ben si ricollega a quello svolto domenica sul sagrato di San Pietro da Silvia come da tutti gli altri presidenti diocesani: un po’ di terra proveniente da ciascuna realtà versata in un unico vaso. In quel “vaso” ora nuovi semi da spargere. «Nella sintesi finale, il presidente nazionale uscente ha sottolineato proprio come l’associazione debba considerarsi vivaio di speranza. E questo futuro parte dai più piccoli», dice Silvia. Un’aria di futuro che «è nelle mani dei giovani a cui si punta: ma i semi da gettare vengono dati in mano a noi adulti».

E bambini (con le famiglie) e giovani erano presenti in tanti, ad accogliere l’invito di papa Francesco a guardare al futuro forti di una storia significativa («Avere una bella storia alle spalle non serve però per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona!», le parole dirompenti del Pontefice). Da Rieti una settantina, che giunti a Roma si sono ricongiunti ai delegati che da venerdì partecipavano all’assemblea e ai sacerdoti assistenti diocesani, don Zdenek Kopriva e don Roberto D’Ammando che seguivano i lavori, oltre che alla ventina di giovanissimi di gruppi Acg che da sabato a lunedì hanno svolto in parallelo un “mini-campo” nell’Urbe assieme ai coetanei della parrocchia San Barnaba di Roma (quella in cui ha la sua abitazione romana Silvia, che per lavoro si divide tra Rieti e la Capitale), che li ha ospitati, e di due diocesi piemontesi, Acqui Terme e Alessandra, che si sono uniti loro fino a domenica.

Dopo l’entusiasmante partecipazione all’incontro in piazza San Pietro, trasferta alla parrocchia San Giuseppe al Trionfale per la pausa pranzo e la celebrazione eucaristica tutti insieme, reatini, romani e piemontesi, nella quale don Zdenek e don Roberto hanno esortato a essere come i discepoli di Emmaus non prima dell’incontro col Risorto, concentrati sul passato (“Noi speravamo…”) ma discepoli sempre entusiasti e protesi verso il futuro.