Araldica e Papato: gli stemmi del salone di Rieti oggetto di studio all’Université du Havre

All’interessante convegno di studi sul tema Araldica e Papato, promosso dall’École Française di Roma in programma per le giornate dal 19 al 21 maggio, non poteva mancare la Chiesa reatina che nel corso del XIII secolo ha rivestito un ruolo di prim’ordine ospitando a più riprese la Curia pontificia.

Di questo remoto, glorioso passato resta imponente testimonianza materiale nella severa, maestosa architettura del Palatium Domini Papæ costruito tra il 1283 e il 1288 dall’architetto Andrea magister ed ancorato un decennio più tardi agli edifici antistanti per volontà di Bonifacio VIII, nell’intento di consolidare la struttura esposta ai rischi dei terremoti.

Sui peducci delle volte a crociera, l’arme di papa Caetani è replicata a bassorilievo unitamente al triregno. Ma fu la sala delle udienze pontificie con le sue vaste pareti ad offrire lo spazio ideale dove dispiegare la simbologia dell’araldica, dal medioevo fino all’età moderna, affiancando le insegne dei papi a quelle dei vescovi che si succedettero sulla cattedra reatina. Fu dunque questa grande aula, utilizzata per i sinodi, allestita al tempo del cardinale di Bagno come sede dell’archivio diocesano, la prima e vera sala degli stemmi, almeno fin quando al tempo della Repubblica Romana il palazzo non fu confiscato dal generale Garibaldi e la sala utilizzata come camerata per una novantina di volontari di stanza a Rieti, che imbrattarono le pareti con disegni e scritte oscene.

Caduta la Repubblica, il papa provvide a nominare un nuovo vescovo per la sede reatina, rimasta vacante dopo la morte improvvisa di monsignor Filippo Curoli. Quando il nuovo vescovo Gaetano Carletti entrò in città, dovette cercare ospitalità in Seminario tanto lo stabile della Curia era stato devastato dalle truppe garibaldine e non trovò migliore soluzione allo scempio se non facendo ritinteggiare le pareti della sala e promuovendo la conservazione della memoria attraverso l’allestimento della attuale sala degli stemmi. Al di sotto della spessa patina di tempera, ci sono ancora gli stemmi dei papi e dei vescovi accanto ai graffiti ormai storicizzati che attendono solo di essere riscoperti e studiati.

Sarà questo il contributo offerto al convegno internazionale Héraldique et Papauté, moyen age – temps modernes da parte della Chiesa reatina grazie all’intervento di Ileana Tozzi, in qualità di direttore del Museo Diocesano.