Società

Anziani: non un popolo da scartare, ma una ricchezza da valorizzare

Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita organizza il primo congresso internazionale di Pastorale degli anziani incentrato sul tema “La ricchezza degli anni”

Papa Francesco ha più volte sottolineato, fin dall’inizio del suo Pontificato, che gli anziani hanno un ruolo centrale nella trasmissione della fede, nel dialogo con i giovani e nel custodire le radici dei popoli. Sono alberi, ha detto il Santo Padre, “che continuano a portare frutto”, testimoniando che “ogni stagione dell’esistenza è un dono di Dio e ha una sua bellezza e una sua importanza”. A questa sollecitudine del Papa per le persone della cosiddetta terza età, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita risponde con un Congresso internazionale di pastorale degli anziani, incentrato sul tema “La ricchezza degli anni”. A partire da domani e fino al prossimo 31 gennaio, circa 550 esperti ed operatori pastorali provenienti da 60 Paesi si riuniranno presso il Centro Congressi “Augustinianum” di Roma per riflettere su varie tematiche. È la prima volta che la Santa Sede organizza un evento del genere, finalizzato ad intraprendere una riflessione pastorale su un tema che è destinato a segnare la vita della società e della Chiesa per i decenni a venire.

I temi del Congresso

L’incontro sarà diviso in tre sessioni tematiche: la prima sarà dedicata al contrasto della cultura dello scarto e all’approfondimento di come, in maniera differente a seconda del contesto socioculturale di provenienza, la Chiesa manifesti il suo volto misericordioso rimanendo sempre accanto a tutti gli anziani. La seconda avrà al centro le famiglie e le loro responsabilità nei confronti dei nonni e degli anziani: esse sono chiamate a riconoscere il dono della vita e della fede trasmessa vivendo una conversione pastorale che metta al centro la gratitudine. La Chiesa non può accettare che gli anziani rimangano privi di un contesto familiare e, dove questo manchi, la Chiesa si sente chiamata a divenire essa stessa famiglia per tutti coloro che vivono nella solitudine. L’ultima sessione sarà dedicata alla vocazione degli anziani all’interno della Chiesa. L’aumento dell’aspettativa di vita ed il miglioramento generalizzato delle condizioni di salute hanno donato a moltissime persone una stagione della vita in più: libera dagli impegni lavorativi, ma ancora in buona salute.

Anziani ed evangelizzazione

Il Congresso “La ricchezza degli anni” è stato presentato questa mattina nella sala stampa della Santa Sede. Secondo l’ultimo rapporto World Population Ageing delle Nazioni Unite, nel 2019 gli anziani, con 65 anni o più, erano 703 milioni.Nei prossimi tre decenni, il numero globale di persone della terza età dovrebbe più che raddoppiare, raggiungendo oltre 1,5 miliardi di persone nel 2050. L’aumento dell’aspettativa di vita ed il miglioramento generalizzato delle condizioni di salute presentano nuove opportunità e sfide, anche nel campo dell’evangelizzazione. È quanto sottolinea Vittorio Scelzo dell’Ufficio per la pastorale degli anziani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sottolinea che la longevità degli anziani.

R. – Vorremmo che si risvegliasse, anche negli anziani, la consapevolezza di essere  protagonisti. Papa Francesco in un’occasione ha detto: cari anziani non dovete tirare i remi in barca. Io vorrei dire: non si va mai in pensione dal Vangelo. Coloro che diventano anziani oggi, magari sono cresciuti negli anni 60-70. Noi non possiamo pensare che queste siano persone che naturalmente siano abituate ad andare in chiesa, che conoscano il Vangelo. C’è bisogno di porsi anche un problema spirituale rispetto a loro. Forse è una generazione che va anche evangelizzata. Noi siamo abituati a pensare agli anziani che partecipano alle nostre attività, ma questo non è sempre vero. Non possiamo darli per scontati.

Un dato, ormai evidente, è che gli anziani sono sempre più longevi…

R. – Credo che ci sia anche da cambiare categoria per interpretare questo fenomeno. L’Onu parla di una rivoluzione della longevità. E la longevità non è qualcosa che tocca solo i Paesi ricchi. È la prima volta, nella storia dell’umanità, in cui c’è una generazione di persone libere dagli impegni lavorativi, ma anche in buona salute. Queste sono persone che hanno tanto da dare alla Chiesa. Possono essere comunicatori del Vangelo, ma anche persone alle quali bisogna dare un aiuto per trovare un senso spirituale all’età che vivono.

La casa dei nonni

Alla presentazione del Congresso “La ricchezza degli anni” ha partecipato anche Daniela Drei, dell’Associazione Comunità Giovanni XXIII, che ha illustrato il progetto “La casa dei nonni”, un centro diurno in cui gli anziani sono visti come nonni e sono accolti da operatori e volontari qualificati. Si tratta di una iniziativa nata a Forlì dalla collaborazione fra la Comunità e la Parrocchia Santa Maria Ausiliatrice:

La nostra esperienza si chiama “Casa dei nonni”: abbiamo volutamente dato questo nome proprio per indicare la casa che, per l’anziano, è la cosa più importante. Siamo a Forlì nella parrocchia Santa Maria Ausiliatrice. Abbiamo capito anche che, per gli anziani, la famiglia e la parrocchia sono due punti di riferimento molto importanti. Quindi avere un centro all’interno della parrocchia di stile familiare è il top. Di fatto, abbiamo avuto una grande risposta. In questi cinque anni, avremmo accolto un centinaio di anziani.

Quale è il contributo di questi anziani alla parrocchia?

Diciamo che è diventato un bel punto di riferimento. Vengono tante persone a fare volontariato. Noi proprio vediamo che è una ricchezza. Si crea una bella rete di aiuto. Abbiamo accolto delle persone che, magari, si trovavano a casa da sole e non sapevano cosa fare. Hanno ritrovato anche voglia di vivere. Tra l’altro, la cosa bella è che vengono a fare volontariato anche persone anziane.