Al Liceo Scientifico “Jucci” si va “Su e giù per la storia”

Al Liceo Scientifico “Carlo Jucci, i festeggiamenti per l’arrivo delle vacanze estive di quest’anno si sono accompagnati ad uno spettacolo teatrale per molti versi sorprendente.

Non è la prima volta che l’anno scolastico del liceo si chiude con un saggio di teatro e musica, ma i ragazzi questa volta si sono superati.

Con lo spettacolo “Su e giù per la storia”, hanno dimostrato di essere capaci di ottenere il massimo risultato proprio quando le condizioni non sono esattamente ottimali.

Tra crisi e riforme, i fondi da dedicare a queste attività al liceo sono mancati. Non è mancata però la determinazione di oltre 50 ragazze e ragazzi che non hanno voluto arrendersi. Se si ha qualcosa da dire e la passione per dirlo – sembrano aver pensato – i soldi non sono poi così importanti. A contare di più sono il senso di responsabilità, il valore del gruppo e la condivisione. E poi la creatività: dovendo far tutto da sé, lo spettacolo se lo sono cuciti addosso. Lo hanno fatto divertente, comico, ma senza evitare il ragionamento.

La cosa ha funzionato. Quando i ragazzi hanno spazio per creare e si assumono gli impegni li portano a termine, si rispettano, lavorano sodo e si godono il successo dei propri sforzi.

Allo “Jucci”, il tema non poteva che essere la scienza. Il testo messo insieme dagli studenti ha intrecciato frammenti di storie, citazioni di opere letterarie e vaghe suggestioni da fantascienza attorno ad una macchina del tempo. Creato da uno scienziato pazzo, lo strumento dà vita ad una serie di comici equivoci spazio-temporali: da una Beatrice anti-dantesca e femminista a un Nerone bambino, da Romeo e Giulietta ai protagonisti delle Mille e una notte, niente è come ci si aspetterebbe. Il guasto finale della macchina poi, porta tutti nel presente e il caos è totale. Morale: la scienza è un’ottima cosa, ma stiamo attenti ai suoi limiti.

Assieme al testo, anche i costumi, la scenografia, le luci e tutto quanto “fa teatro” è stato messo insieme dagli studenti. Dove la fantasia non ha potuto sostituirsi ai mezzi (un telo, la vernice, una lampadina…) hanno risolto con le collette. Un’arte di arrangiarsi che dimostra quanto, dove si è “poveri” di denari, si possa essere ricchissimi di amicizia, solidarietà e ironia.

Sono conquiste che nessuno potrà più portare loro via, come ogni altra lezione ben compresa.

Ai ragazzi hanno dato supporto Fabrizio Di Maggio (che ha coordinato la parte propriamente teatrale e la ricerca in musica “classica”), Patrizia Prinzivalli (referente del progetto musica), Teresa Bulfaro (costumi), Stefano Manelfi (musica rock), Claudia Rinaldi (musica digitale), e Anita Carnevali (danza).