Al «San Camillo de Lellis» il ritratto di Rinaldi

Il buon pastore è tornato tra i suoi malati, nel mondo degli ultimi che tanto amò nella sua multiforme esperienza di sacerdote, missionario scalabriniano, vescovo della sua diocesi dal 1924 al 1941: il venerabile Massimo Rinaldi, infatti, ottimamente ritratto dall’artista Gina De Simoni, è sembrato come rivivere nel momento in cui l’opera veniva collocata nella sala–briefing del reparto di Radioterapia dell’ospedale “San Camillo de Lellis” di Rieti.

Un pomeriggio intenso, caratterizzato anzitutto dalla liturgia eucaristica della seconda domenica di Avvento, la domenica della consolazione donata dal Signore a tutti e annunciata da Isaia, nel quadro misterioso di una rinnovata vigilanza per la venuta del Cristo benedetto. A presiedere l’atto liturgico che ha suggellato la donazione, il vicario generale don Jaroslaw Krzewicki, che aveva accanto monsignor Giovanni Maceroni, instancabile presidente dell’Istituto Storico “Massimo Rinaldi” di Rieti, motore della pregevole iniziativa, con il diacono Nazzareno Iacopini, responsabile della Pastorale sanitaria che cura con la massima attenzione i contatti di ogni tipo tra la struttura ospedaliera e la Chiesa locale.

L’iniziativa è stata favorita anche dal lavoro coordinato dall’infermiera professionale (operante al “de Lellis”) Anna Ricci, socia dell’Istituto, affinché la figura del Rinaldi potesse albergare in un luogo di sofferenza ma anche di mai sopìta speranza. Lo stesso celebrante ne ha ricordato i tratti del ministero, invitando tutti alla preghiera comune per nuove vocazioni, anche di pastori solerti come il Rinaldi. Dal canto suo, monsignor Maceroni, nel riprendere le parole di Papa Francesco, ha ripercorso la parabola del Venerabile: «Massimo Rinaldi aveva davvero addosso l’odore delle pecore: e non solo perché nel suo peregrinare, per i monti e le valli del Brasile prima e di Rieti poi, dormì spesso negli stazzi dei pastori, ma soprattutto perché non volle mai abbandonare la sua gente al proprio destino, contrapponendo alle tante, diverse situazioni disperate la gioia del Vangelo di Gesù Cristo, morto e risorto per ognuno».

Il dipinto della De Simoni è stato poi ufficialmente consegnato al professor Mario Santarelli, primario della divisione di Radioterapia, che nel suo intervento di ringraziamento ha sottolineato la bontà del gesto e la sua personale, rinnovata attenzione verso il venerabile: «Collocheremo il quadro del Rinaldi nella sala riunioni, dove il personale medico e paramedico discute e decide le terapie più adatte per i malati oncologici che transitano nel reparto. Il suo sguardo di pastore illuminato e buono con tutti, sarà anche il miglior consiglio per alleviare al meglio le sofferenze altrui e assicurare quel necessario servizio intriso di umanità, come è nello stile e nella tradizione del nostro essere accanto al malato e come lo stesso Massimo Rinaldi ci insegnò nella sua esperienza anche all’interno dell’ospedale».

[download id=”576, 577″]