Acr: concluso il “mese della pace”. Preghiera, divertimento e una raccolta fondi per aiuti alle aziende terremotate

La casa, i legami, il lavoro: le cose più importanti da ricostruire, come aveva avuto modo di dire più volte anche il vescovo Pompili a proposito del territorio ferito dal terremoto. Questi tre aspetti hanno guidato anche l’impegno dei gruppi Acr delle parrocchie reatine nel “mese della pace” che, nel concreto dell’esperienza diocesana, ha visto mettere insieme la tematica generale del percorso nazionale di tutta l’Azione Cattolica con l’attenzione alla situazione della propria terra, colpita dallo sciame sismico.

Lo slogan nazionale del mese, “Costruiamo la pace”, è stato dunque riformulato come “(Ri)Costruiamo la pace”. Tradotto in linguaggio acierrino, il percorso educativo dei gruppi ha declinato le tre priorità richiamate da Pompili quali condizioni per un cammino di pace e di equilibrio: la famiglia, il rapporto con gli altri, l’impegno per il proprio futuro.

A simboleggiare questi tre aspetti, il grande striscione realizzato dai fanciulli per la “festa della pace”: attività conclusiva del “mese della pace” vissuta sabato scorso dagli acierrini di tutta la diocesi presso la parrocchia San Giovanni Battista.

Suddivisi per fasce d’eta, i più giovani hanno verniciato una casa stilizzata (simbolo dell’armonia in famiglia), le proprie mani unite (richiamo all’armonia nei rapporti con gli altri) e una nuvoletta di fumetto-sogno (a simboleggiare l’impegno di realizzare un futuro di pace).

Gioia, entusiasmo, mani impasticciate di colori nel pomeriggio ospitato nel complesso parrocchiale a Campoloniano. Trecento ragazzi hanno iniziato l’incontro ritrovandosi in chiesa dopo essere passati nel “circo” per iscriversi alla festa. Il momento di preghiera, guidato dal vice parroco del luogo e assistente diocesano Acr, don Roberto D’Ammando, è stato incentrato sul tema del costruire una casa di pace, che sia ben solida e ordinata secondo quell’equilibrio che viene da Gesù. E durante la preghiera sono state presentate simbolicamente alcune delle “casette-lanterne” la cui realizzazione aveva visto impegnati gli acierrini dei gruppi parrocchiali nelle settimane precedenti.

I giovani associati hanno infatti realizzato oggetti a forma di casa con dentro un lumino, per indicare l’impegno di ricostruire la “casa” che dia sicurezza e calore anche a chi, come i fratelli terremotati, ha perso tutto. Sul tetto, ogni acierrino ha scritto scritto il proprio sogno di pace, da estendere a ogni situazione in cui, dal piccolo della propria esistenza alla realtà del mondo intero, si cerca pace e armonia.

Nella giornata di domenica, una rappresentanza di bambini con alcuni educatori si è recata nei corridoi del centro commerciale Perseo per condividere con i passanti questa esperienza. E accanto allo striscione esposto, gli acierrini hanno proposto di acquistare le “casette” realizzate, in cambio di un’offerta da devolvere a favore del progetto che l’Azione Cattolica reatina sta lanciando in questi giorni a sostegno delle zone terremotate: “l’adozione” a una cooperativa di allevatori di Illica, quale segno di solidarietà verso un territorio che ha bisogno di ripartire dopo un disastro che ha azzerato anche la piccola economia.