Acque, Zingaretti plaude alla protesta: «grazie a noi un patto epocale». Il M5S: «Dalla Regione una soluzione di comodo»

È scontro a distanza tra il presidente della Regione Lazio e i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle rispetto al tema della gestione delle acque reatine, anche in vista della manifestazione di protesta dei sindaci dell’Ato 3 in programma domani alle sorgenti del Peschiera.

«Esprimo con fermezza il mio sostegno ai cittadini, alle associazioni ed agli amministratori degli Enti locali del Reatino che domani manifesteranno in favore del ristoro, negato per anni e previsto invece da norme puntuali, per lo sfruttamento delle sorgenti Peschiera-Le Capore».

Lo scrive il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che «a nome dell’intera Giunta» rivendica «la delibera regionale approvata nel maggio scorso, che ha sugellato un patto transattivo di valore epocale; un patto che, sotto il profilo economico, cuberà in favore di Ato3 36mln di euro in quattro anni a partire dal 2016 e, soprattutto, una somma sino a 8mln euro annui per tutta la durata della concessione, sempre a partire dallo stesso anno».

Grazie a tale scelta la Regione ha aperto la strada ad una nuova convenzione per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera–Le Capore, operando con misura e mettendo a frutto quanto previsto dalla nuova normativa stabilita dall’Authority AIG che, dal 2015, ha preordinato appunto il rispetto di un costo ambientale per il mantenimento della qualità della risorsa.

Di conseguenza la Giunta regionale «è pronta a difendere la delibera da qualsivoglia attacco, strumentale o meno, teso a defraudare le popolazioni della provincia di Rieti dal dovuto riconoscimento economico».

«Aver operato insieme secondo legge e giustizia – conclude il Governatore – è fonte di serenità».

La pensa diversamente Silvia Blasi, consigliere regionale del M5S, per la quale «la delibera della Regione Lazio sul ristoro delle sorgenti del Peschiera-Le Capore è un atto dal mero valore politico e non risolve una questione che merita ben altra attenzione».

Si fa presto a dire che la Regione provvede ad un ristoro per Rieti, per poi imporre l’attuazione di una soluzione con diversi dubbi di illegittimità come, per esempio, l’applicazione retroattiva del nuovo metodo tariffario elaborato dall’ A.E.E.G.S.I. in forza di varie delibere del 2013, del 2014 e del 2015.

«È in ragione di tali vizi – precisa il consigliere regionale Devid Porrelloche la delibera è stata impugnata dalla Raggi, quale legale rappresentante della Città Metropolitana di Roma Capitale, nell’interesse dei cittadini della Provincia di Roma, sui quali, in ultima istanza, verrebbero addossati i costi della gestione dell’interferenza idrica, nei termini di un aumento delle tariffe, stimato all’incirca per il 2%».

Inoltre, secondo i consiglieri regionali pentastellati, «è importante sottolineare che il ricorso della Raggi non è l’unico: la delibera è stata, infatti, impugnata anche dai Comuni di Cittaducale e di Casaprota, illegittimamente esclusi dal campo di applicazione della delibera medesima. E va inoltre ricordato come il Sindaco del Comune di Castel Sant’Angelo, che da anni si sta opponendo ad Acea S.p.A. per ottenere, in vece di quest’ultima, la concessione di derivazione avente ad oggetto lo sfruttamento delle sorgenti, scaduta nel lontano 26/10/1996 e, a tutt’oggi, non rinnovata, a gara, nelle forme procedimentali di legge, mentre la Regione ha optato per la soluzione di “comodo” della proroga della “vecchia” concessione sino al 31/12/2016».

Nessuno si è mosso perché fosse praticata la soluzione contemplata dalla precedente delibera (vertente su indennizzi da corrispondersi all’A.T.O. 3, dal 2006, per un totale di 105 milioni), mentre oggi viene imposta una (illegittima) soluzione alternativa, nonostante risulti pendente un procedimento presso la Corte dei Conti per possibili danni erariali in relazione alla mancata attuazione/esecuzione della vecchia delibera.

«La Regione Lazio – concludono i consiglieri del M5S – ha gravi responsabilità nell’attuazione della legge regionale 5/2014, con particolare riferimento alla istituzione dei nuovi ambiti di bacino idrografico la cui mancata determinazione lascia aperta la strada dell’ambito unico costituito il quale la regolamentazione dell’interferenza idrica di cui alla d.g.r. n. 263/2016 perderebbe, addirittura, ogni senso. La regolamentazione dell’interferenza idrica del Peschiera – Le Capore va sicuramente effettuata, ma nel pieno rispetto delle leggi vigenti e con senso di responsabilità, rispettando, al contempo, ciò che è stato espresso attraverso una legge di iniziativa popolare».