Acqua: tutto tace!

È ora di tornare a parlare di acqua: il 27 gennaio scorso si è riunita, dopo più di 6 mesi, la Conferenza dei Sindaci dell’Ato3.

All’Ordine del Giorno della più recente Conferenza dei Sindaci dell’Ato3 c’era anche lo Statuto della Società SpA “in house” che dovrebbe andare a gestire il Sistema Idrico Integrato. Abbiamo provato ad approfondire il tema conversando con Marco Salini, del Movimento “Acqua Pubblica e Basta!”, una associazione tra le più attente al tema del patrimonio idrico locale.

Marco, a che punto siamo?

Ad un nulla di fatto, direi, e ad un apparente diffuso disinteresse. Data l’importanza del tema ci pare addirittura vergognoso che si siano presentati alla riunione solo 13 sindaci sugli 81 che partecipano dell’Ato3. Non si è raggiunto il numero legale per dar seguito ai lavori e la Conferenza dei Sindaci ha rinviato ogni decisione a data da destinarsi. Intanto Acea Spa continua indisturbata a prelevare gratuitamente acqua dalla provincia di Rieti, senza autorizzazione e senza concessione.

Pare si voglia far gestire il sistema idrico integrato da una società per azioni…

È la direzione intrapresa dall’Ato3. Il congelamento della situazione fino al 31 dicembre prossimo e il rinvio del riordino del sistema degli Ato però, consentirebbe alla Conferenza dei Sindaci di revocare la decisione. Il 18 luglio scorso, senza tener conto della volontà popolare emersa dal Referendum, celebrato appena un mese prima, si è fatta una scelta assai discutibile. Una società per azioni, pure se interamente pubblica, avrebbe per sua natura lo scopo di creare profitto dalla gestione dell’acqua. Ma 27 milioni di italiani hanno votato contro lo sfruttamento economico di quello che rimane un bene comune ed un diritto umano. Non si può che invocare una inversione di rotta.

Quali sarebbero i vantaggi che deriverebbero al cittadino dall’Azienda Speciale?

Al di là degli aspetti etici, la gestione senza scopo di lucro permetterebbe di ottimizzare i costi e di abbassare le tariffe. La sola esenzione dal pagamento di tributi da parte dell’Azienda Speciale e la mancata capitalizzazione della Società “in house” basterebbero a sgravare le bollette di tanti costi inutili.

Il problema è nella politica?

Il 21 ottobre scorso il Coordinatore Ato3 e Presidente della Provincia Fabio Melilli chiamò ad una riunione straordinaria della Conferenza dei Sindaci associazioni e comitati locali per ascoltare le loro proposte. Fu un’iniziativa tardiva. La Conferenza aveva già ribadito la scelta della gestione “in house”. Più che altro, l’occasione è sembrata rispondere al bisogno di qualcuno di ottenere riconoscimenti e legittimazione da parte delle associazioni che dicono di battersi in difesa dell’acqua pubblica.

Cosa vuoi dire?

A parte lo “scontro” di facciata, il Coordinatore Ato3 ha legami politici ed elettorali con molte associazioni. Inoltre l’Amministrazione provinciale elargisce (legittimamente) contributi per manifestazioni ed eventi organizzati da tanti di questi gruppi. È vero che tutte le associazioni si dicono orientate alla gestione tramite una azienda di diritto pubblico. Il fatto che Melilli non abbia incontrato troppa resistenza nel percorso che porta verso una società di capitali però, vorrà pur dire qualcosa.

Ma perché chi amministra insiste nel preferire la società per azioni?

Nei giorni in cui sono state fatte certe scelte, Melilli si disse preoccupato dell’avvicinarsi del 31 dicembre 2011. Era il momento in cui sarebbe dovuto avvenire lo scioglimento degli Ato. La paura che la Regione Lazio finisse con il costituire un unico Ato regionale pare fosse alla base delle scelte della Conferenza dei Sindaci. Ma era pur sempre il 18 luglio: c’era tutto il tempo necessario alla costituzione di un’Azienda Speciale.

Mancanza di volontà dunque?

Non è facile dirlo. È anche vero che si decise di continuare sulla “strada” della SpA, per non farsi trovare impreparati nella gestione dei contenziosi in corso. In questo concordava con Melilli anche Antonio Boncompagni, al tempo Assessore all’Ambiente del Comune di Rieti. In passato aveva sempre sostenuto le gestioni private. In quella occasione, invece, aggiunse che la Società “in house” avrebbe dovuto essere una soluzione “tampone”, un “ponte” verso una vera Azienda Speciale.

Lo scioglimento degli Ato, forse, ci sarà tra un anno. Non si corre più il pericolo di essere “colti impreparati”. Perché continuare a puntare alla Società per Azioni?

Sarebbe bello poter rispondere! Invece a questa si sommano altre domande. Ad esempio: chi guadagnerebbe dalla privatizzazione del Sistema Idrico Integrato? La materia è complessa e le contraddizioni sono tante. Basti pensare che invece di lottare per la titolarità delle nostre acque, il Coordinatore Ato3 è impegnato nell’ottenere da Comune e Provincia di Roma il rispetto di una convenzione del 2006 che di fatto porta alla svendita e alla privatizzazione della gestione delle nostre sorgenti e alla rinuncia da parte della Provincia di Rieti a rivendicare la concessione. Il tutto in cambio di un indennizzo ridicolo e contro lo spirito del Referendum.

Per fortuna c’è il “Popolo dell’Acqua”!

Beh, c’è da dire che molte associazioni, nonostante la grave situazione nella nostra Provincia, paiono essersi prese un periodo di vacanza. Tanti comitati e movimenti per l’acqua pubblica sono forse “distratti” dalle prossime elezioni nel capoluogo. C’è da presentare programmi elettorali e liste allo scopo di far eleggere i propri rappresentati nel prossimo Consiglio Comunale. Chissà, forse il discorso sull’acqua pubblica rifiorirà in Primavera, quando inizierà “ufficialmente” la campagna elettorale…